Il Verdi di Trieste recupera 800 mila euro dai finanziamenti ministeriali

Il lirico ottiene 8,6 milioni di euro ritornando alla quota di due anni fa. Il sovrintendente Pace: «È il primo incremento ottenuto dopo oltre un decennio»

TRIESTE Gli algoritmi del Mibact premiano quest’anno il Teatro Verdi di Trieste. Nella ripartizione della torta del Fus (scesa comunque da 141,3 a 138,2 milioni di euro) a Trieste non è toccata come nel 2017 la fetta più piccola (7,8 milioni).

Il Verdi di Trieste ancora ultimo nella spartizione dei fondi ministeriali


Il teatro lirico triestino è riuscito a risalire la classifica del fondo unico per lo spettacolo piazzandosi al quartultimo posto, ottenendo 8,6 milioni di euro e tornando così ai livelli del 2016 (8,7 milioni). E se l’anno scorso ha dovuto fare i conti con 900 mila euro in meno (spariti a stagione già programmata), quest’anno può contare su 800 mila euro in più. Alla Fondazione Teatro lirico Giuseppe Verdi, allenata ormai alle brutte sorprese (nel luglio scorso aveva ottenuto la porzione più piccola dell’extra Fus da 20 milioni), hanno tirato un sospiro di sollievo. «Abbiamo ottenuto, per la prima volta dopo oltre dieci anni, un aumento del contributo del Fus: un risultato importante, a parziale copertura dei tagli subiti negli anni precedenti - afferma il sovrintendente, Stefano Pace -, che premia gli sforzi fatti dai lavoratori e dal teatro tutto e dimostra come la Fondazione abbia invertito le tendenze negative del passato».

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Un’inversione di tendenza che fa ben sperare per il futuro. Negli anni d’oro il contributo statale per il Verdi era di circa 11 milioni. Nel 2014 il contributo è stato di 9,7, nel 2015 è sceso a 9,1 milioni, nel 2016 a 8,7 e nel 2017 a 7,8 milioni. Nel 2017 era stata tentato persino un ricorso al Tar (poi ritirato) contro il taglio dei 900 mila euro. Un dato difficile da interpretare leggendo le tabelle. Cagliari balza in alto con il punteggio di qualità più basso (8 punti). E anche Trieste aumenta il contributo diminuendo di 10 punti il punteggio di qualità artistica (passato da 40 a 30). Pesa di più la capacità di reperire risorse, che sta alla base dell’incredibile salto in alto di Cagliari.

Alle fondazioni lirico-sinfoniche vengono destinati attualmente dal ministero 178.854.000 euro. Di questi 40,5 milioni vanno alla Scala di Milano (28,7 milioni) e all’Accademia Nazionale di Santa Cecilia (11,8 milioni). La rimanente quota del Fus di 138,2 milioni di euro viene ripartita tra le altre dodici fondazioni liriche. Il finanziamento più corposo va all’Opera di Roma (17,9 milioni euro, 12,96%) seguita da La Fenice di Venezia (15,5 milioni di euro, 11,27%) e dal Maggio Musicale Fiorentino (13,8 milioni di euro, 10%). Il San Carlo di Napoli e il Massimo di Palermo ricevono rispettivamente il 9,37% (12,9 milioni di euro) e il 9,76% (13,4 milioni di euro).

Al Regio di Torino sono assegnati 12.129.971,15 euro (8,77%), al Comunale di Bologna 8,4 milioni (6,09%). Al Carlo Felice di Genova 7,8 milioni (5,67%), al Verdi di Trieste 8,6 milioni (6,24%), all’Arena di Verona 9,8 milioni (7,15%), al Lirico di Cagliari 9,7 milioni di euro (7,03%) e al Petruzzelli di Bari 7,6 milioni di euro (5,70%).

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