Il vecchio Aquario si rifà il look tra vasche “tattili” e schede in inglese
TRIESTE Uno dei luoghi più amati dai bambini triestini dal 1933 a oggi sta per cambiare volto. È stato pubblicato il bando da per il rifacimento dell’Aquario marino della città di Trieste. I lavori dovrebbero iniziare entro un mese e mezzo per concludersi nel giro di cinque o sei mesi. Cambierà volto quindi una delle più caratteristiche istituzioni museali triestine, che perderà il suo aspetto vintage in favore di una nuova veste, digitale e multimediale.
L’operazione costerà in tutto un milione e 600 mila euro, afferma l’assessore comunale alla Cultura Giorgio Rossi. «È un intervento di grande peso - spiega l’esponente della giunta Dipiazza -. Al termine del cantiere il museo avrà un assetto completamente nuovo».
Da molto tempo l’acquario aveva bisogno di una rassettata. Alcuni degli impianti erano vecchi di cinquant’anni e non tutti visitano una struttura simile alla ricerca di reperti d’archeologia industriale. Lo si riscontra anche nelle recensioni che il museo ottiene online. Al netto dei tanti entusiasti, si trovano commenti caustici, eppur non del tutto fuori bersaglio. Scrive una visitatrice straniera: «C’è bisogno di passione e immaginazione (per visitarlo ndr). Le vasche sono abbastanza sporche e alcune sono vuote. Mi è spiaciuto per un grande pesce chiuso in una vasca molto piccola, ci sono cose peggiori di finire su un piatto per la cena». La recensione prosegue spiegando che il vivarium al piano superiore più interessante: «La traduzione in inglese, però, lascia alquanto a desiderare e in diversi punti non ha senso». È insomma per evitare questo genere di reazioni che il Comune ha deciso di investire euro sonanti per cambiare la faccia dell’acquario.
Il cantiere che aprirà una volta aggiudicato l’appalto servirà a creare al piano terra una prima sala con 21 vasche di piccole e medie dimensioni. Nella sala successiva ci sarà invece l’attrazione principale del museo, ovvero una grande vasca da nove metri di larghezza per 4,5 di altezza.
Sempre al piano terra ci sarà la cosiddetta “vasca tattile”, un contenitore con acqua bassa che servirà sopratutto per le attività didattiche con i bambini. Sarà rinnovato per intero il sistema degli impianti e dei servizi dell’edificio, al momento alquanto vetusti.
Anche al rettilario del piano superiore ci saranno dei cambiamenti: verrà ricreato infatti il paesaggio carsico, così da rendere più evidente il legame dell’esposizione con il territorio triestino e con il suo golfo. L’assessore alla Cultura ha sottolineato più volte che sarà il carattere “locale” dell’esposizione nell’acquario a differenziarlo dal futuro (ipotetico?) Parco del Mare, dedicato invece a mari e oceani di tutto il mondo. Anche su questo fronte, assicura Rossi, sono stati fatti dei passi in avanti. «Stiamo già pensando al nome che dovrà avere. Alcuni, e io sono tra questi, pensano che bisognerebbe intitolarlo a Joseph Ressel, l’inventore triestino dell’elica. Vedremo». Alla peggio si può sempre battezzarlo “Parco del Mare Gabriele D’Annunzio”. —
Riproduzione riservata © Il Piccolo