Il soldato di Sua Maestà che sposò una bisiaca

Ernest William Smith, geniere della Royal Army, dislocato a Duino nel 1945, è tornato a Monfalcone il giorno dei suoi 94 anni: qui incontrò la sua sposa Carmen
Ernest William Smith assieme alle figlie e ai parenti bisiachi e, a destra, in una foto d'epoca
Ernest William Smith assieme alle figlie e ai parenti bisiachi e, a destra, in una foto d'epoca
MONFALCONE Nell’ottobre del 1945 Ernest William Smith è un giovane geniere dei Royal Engineers che, dopo aver attraversato l’Italia contribuendo a individuare le vie per l’avanzata dell’esercito alleato ai danni dei tedeschi, viene dislocato a Duino. Nel territorio già a governo anglo-americano, dopo la breve, ma non indolore, occupazione titina di Trieste. Approdato a un’attività quasi “civile” con l’elaborazione dei progetti per la sistemazione di strade ed edifici pubblici, a 23 anni Ernest, nato a Portland, nel Dorset, detto Smudge (macchia) come di solito erano soprannominati tutti gli Smith nell’esercito britannico, nel cui ambito aveva il grado “Staff Sergeant” dei Royal Engineers (Corps of Royal Engineers, Re), il Corpo del Genio della Royal Army, è con i commilitoni anche alla ricerca di un pò di divertimento nelle ore libere. In quelle serali, esclusa Trieste per la distanza e anche il clima poco amichevole nei confronti del governo alleato, Ernest supera così il confine a San Giovanni di Duino tra Zona A e Italia per raggiungere la più vicina e pacifica Monfalcone.
 
A 70 anni di distanza, la ricorda così Ernest, che a Monfalcone è tornato in questi giorni, in concomitanza con il suo 94° compleanno. Ad accompagnarlo tre figlie e i suoi numerosi parenti bisiachi. Già, perché in una Monfalcone ancora segnata dai bombardamenti inglesi, che fecero numerose vittime tra i civili, e dalla miseria, ma anche dalla voglia di vivere e andare avanti, Ernest ha incontrato l’amore della sua vita, Carmen. Che di cognome da nubile fa Selleri e a Monfalcone c’è arrivata piccolissima da Gallipoli, con un papà chiamato assieme a molti altri a lavorare nel cantiere navale alla ricerca di manodopera nel primo dopoguerra, dopo il passaggio dall’impero austro-ungarico all’Italia.
 
Della Monfalcone di allora Ernest Smith ricorda soprattutto il clima amichevole, nonostante gli alleati il 3 maggio del 1945 quando entrarono in città trovarono ad accoglierli i sostenitori di Tito. «Non c’erano problemi per noi soldati inglesi - dice - che eravamo abituati a venire in città da Duino». Limitandosi, comunque, alle occasioni di intrattenimento. «Non ho mai visto il cantiere navale che so era stato bombardato», conferma Ernest Smith. Carmen, 21 anni nel 1945, ed Ernest si incontrano non a caso a un ballo organizzato nel maggio del 1946 nella scuola Duca d’Aosta, non lasciandosi più. Il padre la controlla e le impedisce di uscire di casa, ma i due riescono a frequentarsi di nascosto. Ernest viene trasferito a Padova, ma non appena può corre a Monfalcone da Carmen, che poi sposa il 17 novembre del 1946 nel duomo di Sant’Ambrogio. A celebrare le nozze, nel giorno del 22° compleanno della sposa, è don Foschian. A fianco di Ernest come testimone c’è un commilitone, mentre Carmen ha vicino Antonio, il maggiore dei 7 fratelli Selleri con i suoi 34 anni.
 
Tutti rimasti a Monfalcone e dintorni, se si eccettuano Carmen e poi, negli anni ’50, la più piccola, Cosima, nata nel 1934, emigrata in Australia con il transatlantico Toscana. «A Monfalcone la famiglia abitava in via Randaccio - ha ricordato Christian Selleri, nipote di Memore, uno dei fratelli di Carmen, nato nel ’20 e partigiano durante la lotta di liberazione -, colpita dalle bombe sganciate proprio dagli inglesi. Fu colpita la casa di un’amica di mia zia, che morì. La famiglia fu quindi sfollata per un periodo e ospitata in una scuola di San Pier d’Isonzo». Il periodo deve essere stato breve, perché poi la famiglia è appunto a Monfalcone alla fine della guerra. Dopo il matrimonio Ernest ottiene un avvicinamento e da Padova viene trasferito a Trieste. «I due sposi presero un appartamento a Barcola, nei pressi del capolinea del vecchio Tram n.6 - spiega Christian -. Ernest aveva il suo ufficio in Villa Necker, poi per anni sede del Comando dell’Esercito italiano. Nel maggio ’47, Ernest fu rimandato in Inghilterra, dove la famiglia si trasferì definitivamente. Mia zia è morta nel 2013 ed Ernest ha voluto visitare per l’ultima volta i luoghi della sua gioventù, accompagnato dalle figlie Silvana, che abita a Sidney, Laura e Marilyn, con i rispettivi compagni, mentre il figlio maggiore Stephen non ha potuto partecipare al viaggio».
 
Nel 1948 Ernest entra come tecnico al servizio del Governo civile, dove rimane fino al pensionamento nel 1987. «Mi piace pensare però di essere sempre stato un servitore della regina», dice sottolineando di aver ricevuto una cartolina da sua maestà in occasione dei 60 e dei 65 anni di matrimonio. «Spero di riceverla per i miei 100 anni», aggiunge, con gli occhi chiari che brillano sorridendo.
 
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