«Il restauro di palazzo Galatti? Soldi buttati»
TRIESTE
Nel bilancio non ci sono soldi per le scuole a pezzi, poi la Provincia spende 2 milioni e mezzo per lavori alla propria sede restaurata pochi anni fa». In tempi di micragna e conti precari, al consigliere provinciale di Un’Altra Trieste Francesco Cervesi non sono andate giù le ultime voci di spesa decise a Palazzo Galatti. Tra le «inderogabili opere» il professionista cita in particolare la «manutenzione straordinaria della sala del Consiglio», che verrà a costare 550mila euro, mentre «l’impianto di climatizzazione integrale» 556mila euro e infine un «front-office» da 930mila euro. «I soldi che spende l’Ente - annota Cervesi - provengono dalle tasse che pagano i cittadini sui redditi. E dall’addizionale che tutti pagano alla Provincia con la bolletta dell’elettricità. Tra tutte le spese inutili nel bilancio 2012 sono queste le più eclatanti, pure se non le più elevate per importo. Chiedo quindi a giunta e maggioranza - conclude Cervesi - di valutare seriamente se queste siano le priorità dell’ente».
In sede di giunta, calma olimpica. E un po’ di fastidio. «Mi sembra una polemica assolutamente fuori luogo - commenta il presidente Maria Teresa Bassa Poropat - su un intervento che è stato ampiamente spiegato in tutte le poste di bilancio, cifra per cifra». Ancora più categorica la spiegazione dell’assessore Mariella De Francesco. «Si tratta in quasi tutti i casi di lavori di messa in sicurezza, a partire dalla sala del consiglio, dove verranno realizzati anche dei servizi igienici per gli handicappati, che mancavano del tutto. Ci serviva, inoltre, un impianto di traduzione simultanea per permettere ad alcuni consiglieri di parlare anche in sloveno, per il quale abbiamo avuto anche dei fondi dalla Regione».
L’esame della De Francesco continua, e va ad abbracciare «le uscite di sicurezza delle scale, non più procrastinabili» e l’intervento al pianoterra sul cosiddetto front office, «in parte realizzato con fondi nostri, in parte dallo Stato per sistemare il pianoterra nella parte che si estende verso la via Roma, e arrivare allo stesso consolidamento strutturale delle fondamenta». L’ultima fonte di spesa, conclude l’assessore, riguarda la sede distaccata di via Sant’Anastasio, dove verranno messi a norma gli impianti. «Si tratta - aggiunge - di lavori dovuti, per cui non è esatto parlare di priorità rispetto ad altri interventi».
Cervesi, peraltro, non si arrende. «Non capisco l’obiezione. Nel front-office di sicurezza non c’è proprio niente. La messa a norma dell’edificio mi sta bene anche se come urgenza sarebbe stato meglio privilegiare le scuole. Credo infatti che non ci vogliano due milioni e mezzo per mettere a norma il palazzo, e questo lo dice l’ingegnere. Non basta mettere nel titolo messa in sicurezza per fare tutto, bisogna vedere quanto è necessario l’intervento e quanto no».
(f.b.)
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