Il prosciutto istriano conquista l’Ue
POLA. Guai a chi tocca il prosciutto istriano. La Croazia, dopo il disco rosso dell’Italia sul vino da dessert Prosek e quello della Slovenia sul Terrano, vince la sua prima battaglia. E si vede spianare il percorso che porta alla tutela (e al mercato) europea di uno dei suoi prodotti enogastronomici di punta: il prosciutto istriano, appunto, unico nel suo genere per le tecniche di produzione, il microclima di allevamento, l’alimentazione dei maiali. E, naturalmente, il gusto inconfondibile.
La Comissione europea, sul suo sito web ufficiale, ha infatti inserito dal primo giugno il “violino” made in Istria nella lista pubblica dei prodotti oggetto di richiesta di tutela del marchio di provenienza. A questo punto scattano i tre mesi entro i quali si possono presentare eventuali osservazioni e ricorsi.
Ciò significa che, dal primo settembre, a meno che non scoppino complicazioni o fiocchino contestazioni, lo squisito prodotto dell’Istria sarà automaticamente incluso nell’elenco prestigioso dei prodotti europei sotto tutela.
Risultato? Il prosciutto avrà libera circolazione sull’intero mercato dell’Unione con il prestigioso bollino arancione che andrà a sostituire quello azzurro usato finora sul mercato nazionale.
C’è ovviamente da “soffrire” ancora un po’, almeno sino a settembre. Ma chi potrebbe inoltrare ricorso e opporsi alla tutela europea? L’assessore regionale istriano all’Agricoltura Milan Antolovic appare decisamente ottimista a proposito: «Non ci attendiamo alcuna contestazione - afferma - perché il prosciutto istriano è davvero unico nel suo genere».
Tra l’altro, lo stesso prosciutto si è fatto ormai conoscere a livello europeo anche grazie al tradizionale Festival di Antignana che si svolge nel cuore dell’Istria e dura tre giorni, tutti all’insegna dei “violini”, tanto che ne vengono mediamente consumati almeno cinquecento.
A dire il vero, nel recente passato, da parte slovena c’è stato qualche tentativo di contestare la tutela del prosciutto istriano addirittura nella stessa Croazia, ma quel tentativo è finito nel nulla, in quanto respinto sul piano giudirico.
Un pericolo sarebbe potuto arrivare dall’azienda Kras di Sesana che fino a qualche tempo fa produceva il suo prosciutto istriano piazzandolo anche in Croazia.
Ma proprio la Kras ha reso noto di aver cessato la produzione di prodotti con l’attributo di istriano e dalmata e cambiato decisamente rotta in fatto di denominazione.
Insomma, a questo punto, non rimane che attendere il fatidico primo settembre e, se tutto filerà liscio come si spera, 2.500 prosciutti attualmente in fase di maturazione nei dodici prosciuttifici con licenza, otterranno l’ambito bollino arancione. E andranno ad arricchire la lista dei prodotti enogastronomici “made in Istria”, come l’olio d’oliva o il vino, che si stanno facendo strada a livello comunitario.(p.r.)
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