Il premier croato: il porto di Fiume è priorità nazionale
ABBAZIA. Politicamente sono avversari irriducibili, ma al cospetto di progetti strategici hanno deciso saggiamente di sedersi attorno allo stesso tavolo sia il premier Andrej Plenković (Hdc, centrodestra), che il governatore della regione quarnerino–montana, Zlatko Komadina (Partito socialdemocratico), il suo collega partitico e sindaco di Fiume, Vojko Obersnel, nonché il primo cittadino di Abbazia, l'indipendente di centrosinistra, Ivo Dujmić. Lo hanno fatto proprio ad Abbazia a margine della Conferenza sullo sviluppo della marineria e della navigazione interna in Croazia.
Il capo del governo ha confermato che l'anno prossimo sarà aperta la gara per l'appalto dei lavori della statale D403, arteria che andrà a collegare il costruendo terminal contenitori in Riva Zagabria a Fiume e la Tangenziale fiumana, a sua volta allacciata all'autostrada che si dirama verso la capitale croata e più su in direzione dei Paesi mitteleuropei. Senza la D403 lo scalo container, approntato da un consorzio italiano per poco più di 70 milioni di euro, non avrebbe praticamente senso, concetto esternato dallo stesso Plenković. «Posso confermare che sceglieremo l'appaltatore nel 2018 ed entro la fine dell'anno – ha detto il premier – partiranno i lavori di costruzione». Restando a Fiume, il sindaco socialdemocratico Obersnel ha illustrato al primo ministro i preparativi del progetto Fiume capitale europea della Cultura 2020. «Posso confermare che non ci sono intoppi. Siamo convinti che Fiume saprà farsi valere", ha detto Obersnel, incassando da Plenković una rassicurazione. «Il governo croato ha deciso di appoggiare il progetto fiumano e lo farà stanziando complessivamente da bilancio statale e da vari ministeri la somma di 10 milioni di euro».
Nel colloquio tra il premier e il governatore quarnerino, quest'ultimo ha ribadito il no della Regione alla presenza di un rigassificatore galleggiante nelle acque prospicienti la località di Castelmuschio (Omišalj), sull'isola di Veglia. Komadina si è detto a favore di un impianto metanifero sulla terraferma, ritenuto meno ingombrante (il rigassificatore offshore sarebbe alto come un grattacielo di 18 piani) e con minori rischi per l'ambiente.
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