Il porto di Trieste si mette in vetrina con i big europei della logistica
TRIESTE Si è parlato di connettività internazionale, ieri sera, nel corso del Trieste Intermodal Day convocato a Trieste, realizzato in occasione dei primi 300 anni di vita del porto cittadino. Nei padiglioni della Stazione Marittima si sono dati appuntamento i principali professionisti europei della logistica, della scienza, gli opinion leader del settore e i più importanti innovatori presenti sulla piazza, per parlare appunto dei modelli di connettività internazionale in continua crescita, che declinati nella versione 3.0 del sistema logistico attuale sono in grado di attrarre business, idee e innovazioni. Il tutto a partire dal porto di Trieste, vetrina ideale per diffonderle in un entroterra europeo e globale in continua espansione.
Un’occasione, insomma, per fare il punto della situazione sul futuro dell'intermodalità europea in tutte le sue diverse componenti: tecnologica, innovativa, di scambio di idee, ambientale e imprenditoriale.
A fare gli onori di casa il presidente dell’Autorità Portuale Zeno D’Agostino, che dopo i ringraziamenti di rito e il benvenuto alla vasta platea convenuta, ha voluto sottolineare l’importanza del porto di Trieste per la comunità centroeuropea a causa della sua centralità. «Quello riguardante la comunicazione è uno dei concetti più importanti sul quale il Porto di Trieste punta - queste le parole d’esordio del presidente dell’Authority – e a crederci non siamo soltanto noi a Trieste, ma anche l’Italia. Oltre all'interconnettività, che qui in città stiamo cercando di modulare al meglio utilizzando tutte le risorse che offre il porto sfruttando al meglio le risorse che lo circondano». Un concetto rivolto principalmente ai numerosi ospiti provenienti dal resto d’Europa. «Credo che sia importante per la situazione difficile che vive l’Europa trovarci qui per rilanciare il concetto di interconnettività fra i popoli. Qualcosa che negli ultimi anni forse si è un po’ perso - ha proseguito D’Agostino - e che sta creando una crisi senza precedenti nel sistema di interconnessione europea. È bello che questa community si sia ritrovata qui a Trieste, da sempre laboratorio di idee. Ritengo che la nostra città - ha concluso - da sempre capitale di flussi di idee, possa diventare anche la capitale dell’innovazione. Questo è il passo numero zero in questo senso».
Nel corso del dibattito, alleggerito dalle musiche di Bach suonate dall’European Spirit of Youth Orchestra, si sono gettate le basi per un centro di creatività senza confini al quale accedere per apprendere e diffondere l'intermodalità in tutte le sue molteplici sfaccettature. Trieste, insomma, come contenitore e incubatore di idee aperte all'internazionalità e ai contributi di mondi e discipline diversi, con la positiva contaminazione di scienza, informatica e persino filosofia. —
Riproduzione riservata © Il Piccolo