Il porto di Trieste posticipa per le aziende il pagamento delle concessioni
L’Authority triestina pronta a seguire l’esempio di Venezia e Brindisi. Ci sarà tempo fino a settembre
Operatori del porto di Trieste si scattano un selfie prima delle operazioni di imbarco di una nave in Riva Traiana
TRIESTE. Canoni di concessione sospesi per aiutare le aziende che lavorano sul mare ad affrontare la crisi prodotta dal coronavirus, con la chiusura di molte attività e il calo dei traffici globali. Per alleviare la situazione, l’Autorità portuale posticiperà i pagamenti al 30 settembre, dando un po’ di respiro alle società interessate, che saranno comunque chiamate a versare il dovuto successivamente, anche se il presidente Zeno D’Agostino auspica che Roma provveda a cancellare una parte del dovuto.
Il posticipo è previsto dalle norme volute dal governo. A Venezia e Bari-Brindisi il provvedimento è già operativo, perché c’è da fare fronte alle situazioni più critiche, dovute rispettivamente al crollo delle navi da crociera e dei traghetti che collegano le sponde dell’Adriatico. Presto la misura sarà presa anche a Trieste, spiega il presidente dell’Autorità Zeno D’Agostino: «Il governo ha autorizzato tutti i porti ad applicare la sospensione, che non elimina ma posticipa i pagamenti. Penso che la misura sarà attuata da tutte le Autorità, con tempi naturalmente diversi. Ho appena concluso una videoconferenza con tutti i presidenti italiani e abbiamo parlato anche di questo».
D’Agostino non dà indicazioni sui tempi ma la decisione dovrebbe arrivare a breve: «Il rinvio non è ancora formalizzato, ma partirà certamente. Stiamo programmando un comitato portuale in videoconferenza, che discuterà proprio di queste misure». Un modo di dare un momentaneo sollievo ai concessionari, che non sono solo grandi soggetti come Trieste Marine Terminal o Acciaierie Arvedi, ma anche piccole realtà affacciate sul mare come ristoranti o marina.
Ma se il rinvio dei pagamenti costituisce solo un minimo aiuto per le aziende a parità di incassi a fine anno per l’Autorità portuale, D’Agostino ritiene che l’intervento debba essere più deciso e prevedere la cancellazione di almeno una quota del dovuto da parte delle imprese: «Un conto è la sospensione e la possibilità di pagare verso la fine dell’anno, un altro conto è la cancellazione totale dei canoni. In questo momento lo Stato deve venire incontro sui costi fissi degli operatori, anche prevedendo la cancellazione di alcuni mesi di quanto dovuto». Il presidente è però preoccupato allo stesso tempo che a rimetterci possano essere i bilanci dei porti italiani: «Serve che le minori entrate delle Autorità - prosegue - siano coperte dallo Stato».
Ma che qualcosa si debba fare, D’Agostino lo ritiene scontato: «Vanno trovate soluzioni per essere il più vicino possibile alle sofferenze dei nostri porti e dei nostri operatori. I problemi sono costi fissi a fronte del fatto che non c’è lavoro. Trieste per adesso mostra fortunatamente un calo di traffico abbastanza minimale, ma ci sono scali purtroppo messi molto male, a cominciare da quelli che vivono di crociere e traghetti. Molte delle concessioni portuali sono poi legate al settore turistico-ricreativo: imprese che oggi hanno costi fissi ma nessuna entrata e che vedono un’intera stagione distrutta». —
d.d.a.. © RIPRODUZIONE RISERVATA.
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