Il miracolo del concerto dei Nirvana a Muggia, quando Kurt Cobain lasciò un conto da un milione
Nel 1991 una serie di coincidenze permise l’esibizione della storica band nel piccolo comune
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TRIESTE Si è appena celebrato il trentesimo anniversario del concerto dei Nirvana al Teatro Verdi di Muggia, tanto leggendario che fino a pochi anni fa (quando ancora non circolavano foto e testimonianze in rete) qualcuno dubitava perfino che la band di successo mondiale fosse passata di qua. Essendo presente quel sabato 16 novembre 1991, non ho mai nutrito dubbi in merito. Ora anche i più scettici si sono convinti che sì, Kurt Cobain e soci suonarono a Muggia. Resta ancora, però, qualche mito da sfatare. “I Nirvana passarono a Trieste da sconosciuti” è uno dei più gettonati da chi se li perse clamorosamente. Nell’89, quando il tour dell’album di debutto “Bleach” fece tappa in Italia, certo erano ancora una band di nicchia. Ma il 10 settembre 1991 era uscito il singolo bomba “Smells Like Teen Spirit”, seguito il 24 settembre dall’album della consacrazione “Nevermind”: la Geffen stimava (sperava) che potesse vendere 250 mila copie, e invece bruciò in fretta 10 milioni di copie (oggi oltre 30 milioni). Il 16 novembre, insomma, c’era la percezione di andare a vedere la band del momento. Come fu possibile, allora, l’ingaggio muggesano? Nel giro di un soffio il loro cachet sarebbe volato alle stelle, ma il tour era stato fissato qualche mese prima, quando nessuno poteva prevedere la portata del successo in arrivo. Inoltre, il live avrebbe dovuto tenersi a Lubiana, lo testimoniano dei fax dell’epoca di Irene Povse (Buba Booking Promotion) che cercava di accordarsi con il manager dei Nirvana già a marzo ‘91 ma il precipitare della situazione nei Balcani fece saltare tutto e per questo si aggiunse una data “di confine” a Trieste (si pensò al Miela, poi scartato per un problema relativo alle sedie da smontare).
“Al Verdi di Muggia ci saranno state 200 persone” è un altro cavallo di battaglia degli increduli. Bene, se c’è una cosa che ancora oggi i presenti ricordano è la calca per entrare e poi la sensazione di sardine in scatola una volta conquistata la sala, mentre almeno mille persone rimasero fuori a causa del sold out. Gli Urge Overkill aprivano le danze: sarebbero diventati molto popolari con la loro “Girl You’ll Be a Woman Soon” inserita nella colonna sonora di “Pulp Fiction” nel ‘94.
“Ciao noi siamo i Bijelo Dugme”: comincia con una battuta di Krist Novoselic il concerto dei Nirvana, un ironico omaggio al famoso gruppo balkan fondato da Goran Bregović da parte del bassista americano, i cui genitori sono originari di Zara. E poi ben poche parole, solo un muro di suono e un’onda di gente che balla, canta, “vola” fin dalle prime note con “Drain You” in una massa che mescola sudore e idiomi diversi (croato, sloveno, italiano, triestino).
E “Smells Like Teen Spirit” fu suonata per la prima volta su un palco italiano. Il trio di Seattle soggiornò all’hotel Lido di Muggia dove si tenne anche una conferenza stampa molto informale (Cobain rispose sarcastico a una domanda sulle influenze musicali, interpretando “under influence” come “sotto influenza di sostanze”).
La sera precedente il concerto, Kurt rimase in albergo: racconta Fabrizio Comel di Globogas/ Miela, che lasciò un conto telefonico da un milione e mezzo di vecchie lire! (probabile una chiamata negli Usa con la sua Courtney Love), mentre Novoselic e Dave Grohl furono portati dal promoter Alex Fabbro al Nutty Bar in Via Madonnina, locale del barman e musicista Lorenzo Fragiacomo, oggi titolare del Miti Caffè. Fragiacomo dice che quando Krist tirò fuori un pacco di banconote per pagare le birre, Fragiacomo lo bloccò e offrì il giro, mentre qualcun altro addirittura aveva portato una torta della mamma con cui omaggiare i musicisti.
Il concerto dei Nirvana a Muggia rimane come una foto del loro momento più bello, con “Nevermind” fresco d’uscita, un attimo prima che il music business, l’eroina, un successo di massa ingestibile portassero al tragico epilogo della morte di Cobain, il 5 aprile 1994. —
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