Il gelato sfida la crisi: la pallina si fa più cara
Da sempre fa rima con estate ed è una delle passioni inossidabili: il gelato non passa mai di moda, non importa se nel classico cono o nella più spaziosa coppetta. Ma da quest’anno sarà uno sfizio che peserà di più nelle tasche dei triestini. I costi di materie prime e lavorazione hanno fatto salire il prezzo dell’amata pallina, che adesso oscilla da un euro e 10 centesimi fino a un euro e 30. Ma in alcune gelaterie legate a marchi nazionali, il prezzo minimo della porzione sale addirittura a quota due euro.
Rapporto qualità-prezzo
Era rimasto uno degli ultimi avamposti in città in cui si poteva ancora acquistare la pallina di gelato al prezzo tondo di un euro, ma da questa stagione anche Marco De Martin, che gestisce il suo laboratorio a due passi da Piazza Unità, ha dovuto adeguarsi al mercato. «Per molti anni abbiamo tenuto il prezzo invariato, ma adesso siamo stati costretti a limarlo di 10 centesimi, altrimenti i conti non tornavano - racconta -. In tempi in cui rischia di diminuire la professionalità, la cosa importante è mantenere inalterata la qualità e proprio per questo i clienti hanno compreso l’aumento».
Oltre la crisi
Dunque pallina più cara, pur in un momento difficile. «La crisi la tocchiamo con mano ogni giorno - spiega Omar Arnoldo, una tradizione di famiglia lunga 90 anni -. Le torte più grandi o le confezioni extralarge si acquistano sempre più raramente. In ogni caso il gelato rimane uno dei prodotti più convenienti, lo definirei un vero antidepressivo. Quest’anno abbiamo mantenuto il costo della pallina a un euro e 20 centesimi: cifra che ci consente di garantire al cliente i migliori ingredienti».
L’isola felice
Ma c’è ancora un luogo in cui si può assaporare la pallina spendendo meno di un euro: un’autentica isola felice sulla riviera barcolana. «Da noi la pallina costa 95 centesimi - precisa Macris, gestore di origini greche de “La girandola”, che conta su una decina di punti vendita in regione -. Riusciamo a proporre un prezzo concorrenziale limitando i costi dei fornitori ma non abbassando la qualità. Non so quanto riusciremo a resistere, visto che i prezzi aumentano e la crisi si fa sentire, con i clienti che spendono sempre di meno».
Il futuro
Il futuro del gelato è ancora tutto da scrivere, ma rimane la certezza che resisterà nel tempo. «Incarna la tradizione italiana, un po’ come la pizza e dunque non morirà mai - assicura Maurizio Viti, uno dei titolari della storica gelateria attiva da 55 anni -. È probabile però che assisteremo ad un aumento dei franchising, che comportano costi più bassi ma anche minore qualità, che alla fine è quella che paga. Noi da qualche anno stiamo tenendo invariato il prezzo della pallina, pur rischiando di rimetterci, come nel caso dei gusti più elaborati».
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