Il futuro del Porto di Trieste mette d’accordo Cosolini e Russo

All’incontro del Pd i numeri del primo bimestre dello scalo. Container in crescita del 3,29%. Traffici ferroviari del 20%
Roberto Cosolini, Isabella De Monte e Francesco Russo all'incontro sul porto (Bruni)
Roberto Cosolini, Isabella De Monte e Francesco Russo all'incontro sul porto (Bruni)

TRIESTE Trieste Porto metropolitano. I candidati alla primarie del centrosinistra non riescono a litigare sul Porto. Roberto Cosolini e Francesco Russo hanno una visione diversa ma tutto sommato sono convinti che il futuro di Trieste passa per lo scalo vecchio e nuovo. Il sindaco è quello che, con un certo fiuto, ha scelto il commissario Zeno D’Agostino, mentre il senatore è quello che con un emendamento ha avviato la storica sdemanializzazione di Porto vecchio. Cosolini guarda all’immediato: all’integrazione con Monfalcone e alla soluzione del nodo ferroviario di Campo Marzio. «Ormai cinque treni al giorno viaggiano verso Cremona dalla Ferriera» spiega il sindaco.

Russo pensa a Trieste metropolitana che assume la governance del Porto come Amburgo e Rotterdam. «È l’unico porto italiano che ha una natura internazionale. A Roma faticano a capirlo» spiega il senatore. Nell’incontro organizzato dal Pd nella sala Zodiaco dell’Hotel Savoia Excelsior, alla presenza del segretario provinciale Nerio Nesladek, dell’europarlamentare Isabella De Monte, del segretario del Porto di Trieste Mario Sommariva e di quello di Monfalcone Gianluca Madriz, si sono trovati d’accordo su un punto: quello di fare di tutto per non riconsegnare il Porto all’immobilismo del centrodestra.

«Ora abbiamo messo un bravo autista. Prima (con Marina Monassi, ndr) avevamo una Ferrari che andava come una Cinquecento» introduce Nesladek. E quella del cavallino rampante è un’immagine che ritorna. «A Trieste abbiamo le Ferrari della portualità italiana. Tutti ci invidiano Zeno D’Agostino e Mario Sommariva» assicura il senatore. E il segretario generale, che ha fatto scorrere slide da Formula Uno, ringrazia. I numeri del primo bimestre dello scalo giuliano sono da incorniciare: il volume totale dei traffici (+2,82%) cresce più delle rinfuse liquide (+1,19%), soprattutto petrolio. E le rinfuse solide (grazie a Ferriera, ma anche ai cereali) crescono del 4,5%. E poi i container. «Noi siamo cresciuti del 3,29%, Genova solo del 2%» commenta il genovese Sommariva.

Russo progetta la spiaggia a Barcola
La cartolina con la spiaggia a Barcola con i saluti di Francesco Russo

Per non parlare dei traffici ferroviari cresciuti addirittura del 20% grazie alla “manovra unica” e ai nuovi collegamenti ferroviari (Fernetti, Burghausen, Budapest). Si è passati dai 733 treni del 2015 agli 880 del 2016. A questi vanno aggiunti i 200 del porto industriale. Ma soprattutto è il Porto oltre i numeri a essere strategico. «Rappresenta l’identità della città e l’anima di Trieste. Il vero volano dello sviluppo per il lavoro, cultura d’impresa e innovazione» spiega Sommariva. Il nuovo piano regolatore vale da solo un miliardo di investimenti. «Sempre meno del porto off shore di Venezia» aggiunge con una punta polemica il segretario generale. E il senatore non manca di polemizzare con Roma e il governo che non ha ancora tolto di mezzo il “mostro” veneziano da realizzare in mezzo al mare.

In ogni caso gli investimenti in arrivo sul Porto sono 132 milioni tra piattaforma logistica, ampliamento Molo VII e Terminal Ro-Ro. C’è poi il capitolo dei punti franchi”: ne restano da trasferire 324.440 mq. I 10mila assegnati a Fernetti potrebbero essere operativi da maggio con il raddoppio dei treni giornalieri. «Non andrà perso neppure un metro quadrato dei punti franchi. Il problema è che in passato non sono stati utilizzati. Nessuno si è preso la briga di promuoverli in giro per il mondo» spiega Russo rassicurando persino gli indipendentisti. E Porto vecchio? «La banchina non sparisce - spiega Cosolini -. Non sarà più un porto di merci, ma di passeggeri. Servirà a incrementare la nostra vocazione turistica». E, grazie al dialogo con l’Authority del commissario D’Agostino, si potrà riproporre la pista ciclabile sulle Rive. «È in previsione il loro rifacimento. Sono demanio, ma anche centro storico» dice il sindaco. E magari senz’auto parcheggiate come promesso in novembre al Molo IV. «Dal porto passa il futuro di Trieste» dichiarano i due candidati Pd alle primarie. A unirli stavolta è la coscienza di Zeno.

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