Il diktat di Maroni, mille immigrati accolti in regione
Inatteso esito dell'incontro a Roma dopo il "no" di Tondo. Il vicepresidente Ciriani: «Dovremo fare altri sacrifici» . La linea di giunta era stata sposata anche dal Pd
TRIESTE. Anche il Friuli Venezia Giulia è chiamato a fare la sua parte e presto potrebbe prepararsi ad accogliere un migliaio di profughi. È solo una stima, per il momento. Un'ipotesi che si scontra con il secco no di Tondo e con le indicazioni della Lega Nord. Il vicepresidente della Regione, Luca Ciriani, al vertice convocato ieri al Viminale, però alla fine ha dovuto cedere alle forti pressioni del governo. Le altre regioni italiane, infatti, sono pronte ad accettare il piano che Palazzo Chigi sta mettendo a punto e che sarà presentato tra pochi giorni.
Il progetto è una forma di cooperazione interistituzionale tra Governo e autonomie locali e fa seguito all'appello del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Il Friuli Venezia Giulia ha chiuso le porte. Ma sarà costretto a riaprirle. Forse. Perché la situazione è grave ed è destinata a peggiorare di ora in ora. Sono oltre 5.500 gli immigrati giunti dal Nord Africa e che sono sbarcati sulle coste di Lampedusa: un numero che a oggi ha superato gli stessi abitanti che vivono sull'isola. E gli arrivi non si fermano, sono incessanti.
Davanti a quella che oramai non si esita a definire un'emergenza umanitaria, il ministro dell'Interno Roberto Maroni ha riunito i rappresentanti di Comuni, Province e Regioni, chiedendo a tutti «uno sforzo di solidarietà e disponibilità a collaborare». Il Friuli Venezia Giulia ha inviato a Roma il vicepresidente Luca Ciriani che aveva il preciso mandato della giunta di rifiutare l'accoglienza di altri immigrati. Una posizione ferma, che lo stesso Tondo ha voluto ripetere in serata: «Il nostro aiuto umanitario non mancherà certamente, se ce ne sarà bisogno in futuro. Ma prima si muovano le altre regioni, noi siamo proprio pieni. Riteniamo di aver fatto molto finora con il Cie di Gradisca e con le altre strutture che si trovano sul territorio.
Siamo disposti a collaborare, ma prima venga chi ancora deve fare la propria parte, si cominci con gli altri». Una linea che il Presidente potrebbe essere obbligato a rivedere. Racconta Ciriani, dopo la riunione a Roma con i colleghi: «Maroni ha presentato un quadro davvero allarmante e ha proposto un piano per l'accoglienza di 50 mila persone, cifre che ci fanno venire i brividi, ma per il momento sono solo ipotetiche.
Se però si rivelassero reali anche noi dovremo fare la nostra parte». Il vicepresidente ammette che «per il Friuli Venezia Giulia, che è un piccolo territorio, il sacrificio sarebbe veramente enorme». Tuttavia, aggiunge, «dovremo fare qualcosa anche noi. Sarà inevitabile, dovrò informare subito il Presidente Renzo Tondo. Tutte le regioni hanno dato la loro disponibilità, e dunque anche noi».
Difficile quantificare il numero esatto di immigrati che il Friuli Venezia Giulia si troverebbe a ospitare. Una stima si può già calcolare visto che il ministro ha proposto alla regioni l'accoglienza di un migliaio di profughi per ogni milione di abitanti. "Numeri assolutamente pessimistici - riflette il vicepresidente - speriamo non si arrivi a tanto. Speriamo. Noi abbiamo il Cie, mi auguro se ne tenga conto, ma la situazione impone disponibilità».
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