Il Covid colpisce il lavoro femminile in Fvg: spariti 4 mila posti
Nell’ultimo trimestre hanno perso il posto in 4mila (2mila posti in più fra gli uomini). La crisi di turismo e ristorazione

Industria di abbigliamento Fil Rouge e un'associazione per l'inserimento sociale realizzano insieme maschere in tessuto lavabile della UNS 1 approvate per le aziende, comunità e più in generale per le persone a contatto con il pubblico. Esempio di collaborazione tra l'industria francese di abbigliamento FIL ROUGE / filrouge-mode.fr e il Chantier Insertion Atelier INSERMODE.fr
Covid e lavoro: anche a Nord-Est le donne pagano il prezzo più alto
TRIESTE Il Covid “cancella” l'occupazione femminile. Un dato preoccupante quello che emerge dai dati Istat sull'occupazione: a Nordest hanno perso il posto, rispetto all'ultimo trimestre del 2019, 69 mila donne. Un dato compensato da +8mila occupati uomini nello stesso periodo che portano quindi il saldo finale della perdita di posti a quota 62 mila. In Friuli Venezia Giulia nello stesso periodo, 4 mila donne hanno perso il lavoro mentre fra gli uomini si registrano 2 mila posti in più.
Sono insomma le donne che rischiano di pagare il prezzo più alto della pandemia. A lanciare l’allarme sono le segreterie regionali di Cgil, Cisl e Uil. Secondo i dati Istat nel terzo trimestre del 2020, a livello nazionale, si è registrata una flessione del 3,4% dell’occupazione femminile rispetto al dato medio del 2019 contro il -1,1% di quella maschile. Un differenziale ancora più marcato a Nordest (-3,8% per l’occupazione femminile, contro il -1,1% di quella maschile). «Le cifre nazionali evidenziano già il rischio concreto di un blocco del lento processo di crescita dell’occupazione femminile - sottolineanoo Rossana Giacaz, Claudia Sacilotto e Magda Gruarin, responsabili pari opportunità delle segreterie regionali di Cgil, Cisl e Uil. Si tratta di un processo che negli ultimi anni aveva portato la nostra Regione oltre alla soglia del 60% di occupate nella fascia 15-64 anni, indicata come obiettivo minimo dall’Unione Europea».
La preoccupazione è molto più forte di quella che traspare dai numeri, con le donne costrette a pagare gli accresciuti carichi familiari legati alla presenza a casa dei figli a causa della didattica a distanza, la minore disponibilità di badanti e posti letto nelle case di riposo e la chiusura dei centri di aggregazione per anziani e minori. Secondo un altro report dei Consulenti del lavoro in Italia il calo dell’occupazione femminile durante l'emergenza Covid è stato il doppio rispetto alla media Ue con 402mila posti di lavoro persi tra aprile e settembre 2020. «Dopo la Spagna, il nostro è il Paese con la contrazione più elevata», sostiene lo studio.
Secondo un’altra analisi dell'Unione europea delle cooperative (Uecoop) mentre in passato la maggiore presenza nel settore dei servizi era una peculiarità che garantiva alle donne una maggiore resilienza e capacità di uscire prima dalle crisi adesso, oggi l'emergenza Covid ha stravolto tutti gli schemi con proprio i servizi, dal turismo alla ristorazione, che stanno pagando il prezzo più pesante dal punto di vista economico. La situazione di difficoltà dell'Italia mette a rischio la crescita delle donne nel mondo del lavoro con il tasso di occupazione che, dopo essere aumentato di 16 punti percentuali negli ultimi 40 anni, dopo dodici mesi di bufera Covid - sottolinea Uecoop - è sceso al 48,6% a fine 2020, secondo l'Istat. Nonostante le evidenti difficoltà aggravatesi con la pandemia - continua Uecoop - la partecipazione delle donne al mercato del lavoro può contare però su due punti di forza: il cambiamento culturale nei confronti della presenza femminile e il maggiore livello di istruzione con il tasso di impiego delle laureate che ha superato il 75%. In questo contesto - continua Uecoop - le cooperative rappresentano un importante baluardo della presenza femminile nel mondo del lavoro con quasi 1 realtà su 4 (23,6%) guidata da donne secondo un'elaborazione su dati registro delle imprese.—
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