Le origini di Ida Quaiatti un giallo ancora da svelare
La madre risulta di agiata famiglia gradiscana e il padre di Farra ma i registri non lo confermano. La vicenda del soprano apprezzato da Puccini rimane avvolta da un velo di mistero. L’appello ai discendenti: «Aiutateci a ricostruire la storia della cantante amica di Caruso»
L’usignolo dimenticato partito dalla Fortezza. Merita di essere riscoperta, la vicenda di Ida Quaiatti. Una storia in parte avvolta dall’oblio, cui sfugge soltanto grazie ad un unico libello scritto nel 1968 dalla figlia, non vergatasi in calce all’opera: una splendida raccolta di immagini, memorabilia e aneddoti di una carriera sfolgorante sui palchi più prestigiosi del mondo di quella che è stata una fulgida interprete del repertorio di Giacomo Puccini.
Di Ida Quaiatti però non rimangono – che si sappia – registrazioni audio, e la grandezza della sua voce e della sua carriera pare destinata a tramandarsi quasi come fosse leggenda. Anche perché, se nella vulgata è stata sempre definita “triestina”, avendo vissuto nel capoluogo, poco o nulla si sa delle sue pur certe radici isontine. Grazie alla biografia a suo tempo affidata alle stampe dalla figlia triestina, di Ida Quaiatti (a volte Cajatti), si sa infatti soltanto che è nata – per pura causalità – a Spalato nel 1890 ed è morta a Venezia il 1 febbraio 1962.
Triestina per le cronache, si diceva, ma con origini gradiscane: la madre era “di agiata famiglia friulana” della Fortezza e il padre era originario di Farra d’Isonzo. L’esperto di lirica e già cantante professionista del Teatro Verdi di Trieste, il gradiscano Paolo Sonson, si è messo appassionatamente alla ricerca di documenti che risalissero ai nomi dei genitori. Ma né dagli archivi della Diocesi di Spalato, né dai registri delle parrocchie di Gradisca e Farra è emerso alcunché. Il suo appello è rivolto a eventuali discendenti o parenti della Quaiatti, invitandoli a farsi avanti per contribuire a ricostruire la storia di questa artista straordinaria.
E dire che, nonostante le incertezze sulle sue origini, Gradisca d’Isonzo ha voluto onorare Ida Quaiatti dedicandole una via residenziale, trasversale di via Aquileia. Una decisione presa tra la fine degli anni Sessanta e l’inizio degli anni Settanta, scelta oggi quasi dimenticata: gli artefici di quella decisione quasi non vi sono più.
La carriera di Ida Quaiatti ebbe inizio nel 1907 al Teatro di Trieste nel ruolo di Frasquita in “Carmen”. Proseguì con il ruolo principale in “Madama Butterfly” ad Ascoli Piceno nel 1909 e “La bohème” al Teatro Sociale di Bergamo. Nel 1912 ottenne grandi consensi per la sua interpretazione di “Lina” di Amilcare Ponchielli a Cremona.
Nel 1913 creò il ruolo di Mimì nella prima di “Mimì Pinson”, la versione rivista de “La bohème” di Ruggiero Leoncavallo, a Palermo.
Durante la sua carriera interpretò opere di Verdi, Wagner, Catalani, Mascagni, Giordano, Boito e Massenet, esibendosi in gran parte dei principali teatri d’opera italiani.
Fece il suo debutto alla Metropolitan Opera di New York nel 1915, sotto il nome di Ida Cajatti, nel ruolo di Musetta ne “La bohème” di Puccini accanto al grande Enrico Caruso. Il grande tenore napoletano la apprezzava molto, tanto che fra i due nacque una bella amicizia. Anche perché il teatro della Grande Mela la presentò come artista austriaca, cosa che sdegnò Ida.
Caruso gradì la ferma protesta della collega: «Brava Quaiattina, mi sei piaciuta», le disse, secondo le cronache dell’epoca. I due uscivano spesso a New York quando prove e spettacoli glielo consentivano. Ida Quaiatti amava definire Caruso «un collega e compagno straordinario, senza gelosia alcuna».
Durante la Prima Guerra Mondiale, Ida Quaiatti si esibì principalmente in Italia, cantando nei teatri di Torino, Genova, Roma, Firenze e Napoli, dove interpretò Tosca accanto a Beniamino Gigli al Teatro San Carlo. Nel 1917 creò il ruolo principale nella prima mondiale di “Gismonda” di Renzo Bianchi a Roma. Continuò a esibirsi in importanti teatri europei, tra cui il Covent Garden di Londra, e in paesi come Ungheria, Messico, Perù e Cile. Puccini stesso, dopo averla ascoltata in “La bohème”, le chiese di interpretare Giorgetta nella prima del rivisto “Il tabarro” a Firenze nel 1919.
La sua carriera terminò con il ruolo di Minnie in “La fanciulla del West”, interpretato per l’ultima volta al Khedivial Opera House del Cairo nel 1932. Dopo essersi ritirata dalle scene, Ida Quaiatti morì a Venezia nel 1962. —
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