I vertici del Consorzio Ausonia: «Stop alle feste, a rischio 40 posti»
TRIESTE «Siamo attoniti, facciamo veramente fatica a capire il perché di questa sospensione eccessiva». Ieri mattina, circondati da dipendenti, imprenditori solidali e simpatizzanti, i vertici dell'Ausonia hanno tenuto una conferenza stampa chiedendo alla questura il ritiro della sospensione da 15 giorni comminata alle attività serali dello stabilimento dopo la rissa di fine luglio.
Un banale alterco, hanno spiegato, che nulla ha a che fare con «il grave episodio» del ragazzo picchiato nel piazzale esterno all'Ausonia. Ma che ha portato le forze dell'ordine a bloccare le attività nel momento culmine della stagione, «mettendo a rischio un guadagno complessivo di circa 50mila euro e una quarantina di posti di lavoro»
A parlare c’erano il presidente del consorzio Ausonia Dario Parisini, la presidente della cooperativa Confini Maddalena Della Libera, il presidente di Anubi Srl Pietro Degrassi. L'ultima società è quella che si occupa in particolare dell'intrattenimento notturno allo stabilimento. Una realtà che, ha spiegato Parisini, «rischia la chiusura dell’attività con la conseguente perdita del lavoro sia per i dipendenti della stessa che per i lavoratori della cooperativa Confini direttamente impiegati nelle attività a servizio del notturno».
La sicurezza, hanno spiegato i dirigenti, è sempre stata una delle priorità del progetto Ausonia: «Nel 2014 abbiamo speso 55mila euro in sicurezza, di cui 10mila nel solo mese di luglio». Nel caso dell'alterco dei giorni scorsi, aggiungono, i clienti facinorosi erano stati allontanati dal locale dal servizio di sicurezza. Poi, vedendo che la lite proseguiva nel piazzale, erano state allertate anche le forze dell'ordine. Una situazione che gli addetti «hanno gestito con tempestività e professionalità». Un caso ben diverso dal pestaggio del ragazzo nel piazzale, che Ausonia ha nuovamente «stigmatizzato».
I dirigenti hanno anche ricordato la collaborazione dello stabilimento con il progetto Overnight dell'Aas1 Triestina per la prevenzione e la lotta agli abusi di sostanze: «Facciamo tutto il possibile. Ciononostante siamo disponibili a collaborare con le forze dell'ordine e con le istituzioni per aumentare ancora il livello della sicurezza». Le società hanno parlato anche delle ripercussioni sull'indotto, dai fornitori ai taxi. Non a caso tra il pubblico sedeva anche un rappresentante del Radiotaxi triestino.
«L'Ausonia genera una media di 50, 100 corse di taxi a notte - ha spiegato Della Libera -, è ovvio che anche loro si sentano danneggiati». Sul fronte delle sicurezza Parisini ha fatto notare che «la chiusura dello stabilimento porterà molti ragazzi ad uscire dai confini della provincia, aumentando il traffico sulle strade nelle serate estive». In conclusione i tre dirigenti hanno chiesto con forza il ritiro del provvedimento della questura, ribadendo la disponibilità a ulteriori sforzi in ambito di sicurezza.
Hanno rivendicato, infine, l'orgoglio per il senso del progetto Ausonia: «È una grande, ambiziosa, faticosa opera di riqualificazione strutturale di un bene pubblico e di rilancio della sua vocazione storica di luogo dedicato allo svago e al benessere, aperto a tutte le fasce della popolazione».
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