I traghetti greci lasciano Trieste e fanno rotta sul porto di Monfalcone
TRIESTE Arriva a una nuova svolta la lunga, feconda, ma anche martoriata storia dei traghetti ro-pax (merci e passeggeri) per la Grecia in Alto Adriatico. Trieste rischia di perderli di nuovo, in quella che stavolta però non potrà essere considerata una vera e propria perdita. Dovrebbe essere Monfalcone infatti, presumibilmente a partire già da fine anno, il più probabile capolinea del collegamento che oggi tocca Ancona e raggiunge Igoumenitsa e Patrasso. Ma ciò avverrà quando lo scalo monfalconese sarà già entrato nella nuova Autorità di sistema portuale dell’Adriatico orientale che sarà capitanata da Trieste, avrà sede alla Torre del Lloyd e verrà guidata da Zeno D’Agostino prossimo a essere trasformato da commissario a presidente. Il servizio da Trieste per la Grecia è oggi svolto con due partenze settimanali da Minoan lines, società cretese proprietà dell’italiana Grimaldi. L’ormeggio è attualmente quello contrassegnato dal numero 57 alla radice del Molo Settimo, la banchina dello scalo triestino nota in tutto il Mediterraneo per essere “vocata” ai container e che sta per essere sottoposta a un progetto di ampliamento da 188 milioni di euro che si sta già sostanziando in una prima fase di lavori a fronte di una nuova concessione di sessanta anni.
«L’area dell’ormeggio 57 ci è indispensabile per il nuovo lay-out del terminal e per avere nuovi spazi per la movimentazione dei container a fronte della prospettata crescita dei traffici», hanno sempre sostenuto i vertici di Trieste marine terminal (Tmt), la società di proprietà di Pierluigi Maneschi e presieduta da Fabrizio Zerbini. Conseguente dunque il prossimo “sfratto” dei traghetti greci, confermato dallo stesso D’Agostino. «L’ormeggio 57 figura all’interno della concessione di Tmt - precisa il commissario dell’Authority - per cui stiamo progettando uno spostamento dei traghetti greci, a partire forse da ottobre o magari da dicembre. Non vi è né fretta né conflittualità e non è nemmeno vero che ci sono poche soluzioni alternative. A breve anzi ne avremo di nuove e il porto di Monfalcone ad esempio, che farà parte della nuova Adsp di Trieste, visto che quello greco è traffico comunitario e che quindi non necessità del Punto franco, potrebbe essere un’opzione valida». Sarà da vedere in quanto tempo il vicino scalo potrà attrezzarsi con un prevedibile escavo, la creazione di una piccola stazione marittima, l’adeguamento della banchina che ora, a detta degli esperti, non permetterebbe neppure l’apertura del portellone dei ro-ro.
«La soluzione dell’ormeggio 57 - afferma Michael Hatzakis, greco triestino di adozione e vicepresidente di Minoan lines - non è ottima, ma per ora è certamente la meno peggio. L’Authority ci ha assicurato che i traghetti greci potranno ormeggiare lì finché non sarà trovata un’altra soluzione perlomeno altrettanto valida. Bisogna stare attenti perché in molti, a incominciare da Venezia, sono pronti a rubarti i traffici. In effetti le opzioni possibili non sono molte. Una potrebbe essere Monfalcone appunto, ma non è attrezzata. Un’altra il Porto vecchio e in particolare il Molo Quarto: le movimentazioni si svolgono tra le tre di notte e le cinque del mattino per cui i camion non creerebbero particolare intralcio sulle Rive».
Non la vede molto bene quest’ultima ipotesi, Franco Napp, amministratore delegato di Trieste terminal passeggeri. «Sul Molo Quarto - specifica - gli spazi sono eccessivamente ristretti e sulle altre banchine del Porto vecchio, la bora e la diga, renderebbero difficili se non impossibili, manovre e attracco». E nel domino dei terminal che si sta prospettando, lo stesso Napp buttà là un’altra idea. «La maggior parte dei traghetti turchi (non portano passeggeri, ndr) - sostiene - potrebbe essere spostata a Monfalcone e i traghetti greci potrebbero avere il proprio nuovo capolinea negli spazi che così si aprirebbero al terminal di Riva Traiana, vicino al centrocittà e dunque più comodo anche per i passeggeri».
Ciò presupporebbe però il trasferimento del Punto franco a Monfalcone e creerebbe problemi all’intermodalità ferroviaria.
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