«I ragazzi sono rimasti basiti dalle critiche alla locandina»
TRIESTE Per realizzare la mostra “Razzismo in cattedra”, gli alunni del Petrarca hanno lavorato per un anno, passando giornate intere a ricercare documenti all'Archivio di Stato e a raccogliere ricordi e testimonianze di quanti, per il solo fatto di essere ebrei, 80 anni fa sono stati cacciati da quel liceo, costretti a lasciare la loro classe, gli studi, i loro compagni. Un progetto a cui il classico di via Rossetti, insomma, tiene moltissimo e che spera davvero possa decollare.
«Se ci saranno un ripensamento e una riconsiderazione accurata della situazione, - commenta la dirigente del Petrarca, Cesira Militello -, e se quindi tutto resterà così come era stato progettato all’inizio, sarà senz’altro un piacere fare la mostra così come previsto, nello spirito della condivisione con tutta la città del grande lavoro di ricerca».
Il progetto "Razzismo in cattedra" è stato coordinato dall'insegnante Sabrina Benussi. «Ricordo al sindaco - dichiara Benussi - che la mostra è frutto del lavoro di ragazzi che ora sono basiti difronte a questa vicenda. Si chiedono cosa non vada bene in quel manifesto, visto che riporta documenti storici».
Intanto il 18 settembre, alle 9.30, il liceo Petrarca procederà all’intitolazione della propria Aula Magna ad Anita Pesante Burian, per 30 anni insegnante di Filosofia e Storia in quella scuola e riconosciuta Giusta tra le Nazioni per aver sottratto una ragazza ebrea alla persecuzione nazifascista.
Seguirà la proiezione del documentario “1938 – Vita Amara”. Parteciperà Marcello Flores, docente di Storia Comparata e di Storia dei Diritti Umani presso l’Università di Siena.
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