Grado, la Soprintendenza ferma il turismo di lusso
GRADO. Investimenti per 327 milioni di euro su un’area di 26 ettari. Nei propositi del Gruppo Bernardis dovrà essere il fiore all’occhiello del turismo di lusso regionale, ma il progetto urbanistico comunemente conosciuto come “Grado 3” è bloccato al palo dalla burocrazia. Alle spalle dell’ambizioso village che dovrebbe sorgere tra Grado Pineta e Città Giardino ci sono investitori di Dubai. I contratti sono già stati siglati, ma il progetto che in realtà si chiama ufficialmente “Sacca dei Moreri” non riesce a partire. L’ingranaggio inceppato è l’ultimo. L’autorizzazione paesaggistica da parte della Soprintendenza ai Beni architettonici e paesaggistici del Friuli Venezia Giulia non arriva da due anni. La richiesta era stata presentata dal Consorzio “Lido dei Moreri” il 13 giugno del 2012 e dopo aver superato tutti gli ostacoli burocratici preliminari, l’iter si è arenato in dirittura d’arrivo. A un primo diniego di Palazzo Economo, ne era seguito un secondo, poi un terzo. Le varianti apportate al progetto originale, ancorché realizzate a contatto con i tecnici della stessa Soprintendenza regionale, alla fine sono state sistematicamente bocciate e l’ultimo atto di questo braccio di ferro è andato in scena nel corso della Conferenza dei servizi di mercoledì mattina. I proponenti speravano di poter mettere la parola fine ad una vicenda che sta assumendo contorni grotteschi, ma la soprintendente Maria Giulia Picchione ha deciso di disertare la riunione e non si è arrivati al voto. La Conferenza dei servizi è stata quindi rimandata al 3 giugno. Intanto, però, giovedì il Consorzio ha presentato al Tar ricorso - l’ennesimo - sul parere negativo dato da Trieste lo scorso 26 febbraio. Tra le altre cose viene contestato il fatto che l’autorizzazione riguarda solo le opere di urbanizzazione e non quelle prettamente architettoniche. La competenza sulle strade, sostengono i promotori, non è materia della Soprintendenza, è piuttosto del Comune.
Senza aver ancora fatto praticamente nulla, in interessi passivi, lo stallo di due anni è costato ai proponenti già 6 milioni di euro. Nel frattempo diverse ditte che avrebbero dovuto eseguire le opere sono poi fallite.
Il progetto prevede di valorizzare un’area oggi letteralmente abbandonata a sé stessa. A redigere il masterplan sono stati chiamati l’architetto paesaggista Andreas Kipar e quello naturalista Matteo Thun. I due professionisti di fama internazionale sono stati affiancati dall’architetto Rudy Zonch e dall’ingergnere Michele Marocco. Secondo quanto contenuto nella “Simulazione di impatto socio-economico” realizzata dal Gruppo Bernardi, al netto dei turisti, da un punto di vista delle imposte, “Grado 3” contribuirà a formare il 22% del bilancio comunale. Ogni anno l’amministrazione locale incasserà 3,7 milioni di euro e quella regionale 11, mentre lo Stato raggiungerà quasi i 7 milioni di entrate. Tutto questo al netto dell’indotto. Per quanto riguarda le presenze, nei 12 mesi tra camere d’albergo, residenze turistico alberghiere e appartamenti, le previsioni raccontano di un flusso da 549mila persone che, trasformato in consumi, si traduce in 15 milioni di euro.
Da un punto di vista occupazionale, una volta a regime, “Grado 3” darà lavoro a più di 700 persone tra addetti di hotel (120), addetti alla ristorazione (62), addetti ai servizi alberghieri (82), addetti alla spiaggia (45), addetti alla manutenzione (79), addetti al centro wellness (20), camerieri e baristi (67), ma anche commessi (173) e impiegati vari.
Un impatto sull’economia del Friuli Venezia Giulia verrà dalla stessa costruzione della “città”. Il 3 giugno, oltre alla Conferenza dei servizi, è previsto un incontro all’Ance di Gorizia dove i rappresentanti legali del Consorzio “Lido dei Moreri” sigleranno un accordo con i sindacati. Il protocollo stabilirà che per gli appalti, a parità di condizioni, i proponenti si impegneranno a dare la precedenza alle ditte locali.
«È da tanti anni che lavoriamo su questo progetto - osserva Adriano Bernardis, presidente dell’Immobiliare Limbara, proprietaria dei terreni e socia unica del Consorzio -. La nostra serietà ci ha spinto a fare tutto quello che abbiamo fatto per arrivare a una soluzione condivisa che vada bene a tutti e che soddisfi tutti quanti. Però ci siamo resi conto che abbiamo di fronte un muro che non permette di partire con le opere facendo così lavorare 2mila persone che in questo momento, con la sitazione di disagio che c’è in Italia in Fvg e, soprattutto, nell’Isontino, toglie la dignità a molti. Noi abbiamo la possibilità di risolvere i problemi di un certo numero di persone realizzando una cosa fatta bene e a norma di legge, ma non possiamo partire perché una persona ce lo impedisce. Quel che è grave è che non lo impedisce solo a noi: penso a molti casi, ma, per rimanere a Grado, penso alla questione delle verande. Ha messo in ginocchio i ristoratori. Se esistono a Firenze, a Venezia e a Roma, perché non possono esistere anche a Grado. La botta al turismo è incalcolabile».
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