Gorizia, in cinque quartieri saranno rispolverati gli antichi toponimi in friulano e sloveno

Via libera della giunta al posizionamento di nuove tabelle. Saranno 41 equamente divise tra le due lingue minoritarie
Bumbaca Gorizia 08.03.2018 Fiera Gorizia in fiore Piazza Vittoria© Fotografia di Pierluigi Bumbaca
Bumbaca Gorizia 08.03.2018 Fiera Gorizia in fiore Piazza Vittoria© Fotografia di Pierluigi Bumbaca

TRIESTE Alzi la mano chi sa dove si trovano Jù pa la Vila e Borc Viena a San Rocco; Riva dal Clans e Borc dai Favris a Lucinico; Pri Županovih e Britof a Piedimonte; Puhlice e Rumitišče a Sant’Andrea; Gropajšče e Soline a Piuma San Mauro Oslavia. Ai più giovani probabilmente questi toponimi non dicono nulla e forse anche a tanti adulti. Per questo l’amministrazione comunale ha deciso di renderli visibili con delle indicazioni così, anche se nella lista non compare il Travnik/piazza Vittoria, a breve località come San Roc di Luzzinis si sentiranno un po’ meno sole.

Più che un’operazione nostalgia, l’iniziativa varata dalla giunta Ziberna vuole essere un’operazione di salvaguardia del patrimonio culturale immateriale cittadino. L’obiettivo appare chiaro nel passaggio centrale della delibera proposta dall’assessore alle Lingue minoritarie Stefano Ceretta. Nel documento approvato dall’esecutivo nel corso dell’ultima seduta e nel quale viene dato il via libera alla collocazione di cartelli in lingua friulana e slovena in cinque quartieri cittadini si legge: «Preservare la memoria storica anche con la presenza di cartelli riportanti toponimi conformi alle tradizioni e usi locali, valorizzando quindi la diversità e nel contempo la convivenza di idiomi e di culture diverse, caratteristica della città di Gorizia».

Da parte sua l’assessore e vicesindaco Ceretta ricorda che l’iniziativa parte da lontano. «Si tratta - dice - di progetti realizzati già nel 2011, finanziati attraverso la legge 482, che riportano toponimi storici nelle due lingue regionali tutelate. I cartelli in friulano saranno collocati a San Rocco e Lucinico e quelli in sloveno a Sant’Andrea, Piuma, Oslavia, San Mauro e a Piedimonte. La scelta finale è stata affidata al territorio ovvero a realtà più rappresentative delle due minoranze ovvero al Centro per la Conservazione e la valorizzazione delle Tradizioni Popolari di Borgo San Rocco e all’Unione delle Associazioni di Lucinico per la lingua friulana e alla Consulta per i problemi della minoranza etnica cittadina che hanno elencato per priorità i toponimi da affiggere sui cartelli nelle lingue ammesse a tutela».

Complessivamente i toponimi individuati sono 41 di cui 10 per San Rocco, 10 per Lucinico, 4 per Piedimonte, 7 per Sant’Andrea e 10 per Piuma, Oslavia e San Mauro.

«È un’iniziativa che nulla ha a che vedere con il bilinguismo - specifica il sindaco, Rodolfo Ziberna -, ma punta a far conoscere meglio la storia di alcune vie e piazze della città identificate, in passato, magari non con i nomi attuali ma con altri che le caratterizzavano. Ogni angolo a Gorizia ha una sua storia e con questa iniziativa sicuramente si solleveranno delle curiosità che porteranno a conoscere più a fondo il territorio in cui viviamo».

Una volta posizionate le tabelle, andarle a cercare e capire l’origine dei nomi confrontandoli con il contesto odierno, potrebbe diventare una bella sfida. E magari si scoprirà un pezzo di storia cittadina dimenticata. —


 

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