Gorizia dà l'addio a Pietro Masseria una vita da “leggendario” tra note, banca e fornelli
GORIZIA Con la scomparsa di Pietro Masseria, viene a mancare un personaggio che non è eccessivo definire assai popolare: bastava vederlo una volta per ricordarlo sempre. Per un peggioramento improvviso in un quadro clinico già precario, è mancato ieri nell’ospedale di Gorizia, dove era nato nel 1948. Avrebbe compiuto 73 anni il 7 marzo. “Accio”, come lo chiamavano gli amici, sembrava che facesse di tutto per non passare inosservato: prima di optare per un look più discreto, amava i capelli lunghi e tenere baffi e barba ben visibili, oltre a un abbigliamento non propriamente sobrio al pari delle auto sportive che costituivano uno dei suoi tratti distintivi. Era impetuoso, estroverso, uno spirito libero. Aveva lavorato una vita in Banca d’Italia, ma la sua popolarità si lega a quando, in una Gorizia che non c’è più, suonava la batteria nel gruppo I Leggendari.
Quando la moda degli chef in tv non era ancora diffusa, Pietro stava dietro ai fornelli: faceva le ore piccole per prestar servizio nei ristoranti di Venezia e del territorio, maturando esperienze che, nel 2015, aveva finito per raccogliere nel libro Manoscritto di cucina classica e contemporanea, una piccola rassegna “caratterizzata da parecchi spunti di regionalità alternata a qualche tocco estero e a creazioni personali”. Poliedrico, aveva anche collaborato come appassionato di scienze naturali con il Museo “Comel”.
Lascia nel dolore la moglie Nelly, le figlie Emanuela e Nastassjia, con i nipoti Leonardo e Thomas. Riposerà a San Floriano. La data dell’estremo saluto è ancora da stabilire. Nel doloroso momento, la redazione del Piccolo si stringe attorno ad Emanuela, nostra apprezzata collaboratrice, e alla famiglia. —
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