Gorizia, casa di via Morelli, bloccato il cantiere

GORIZIA Sembrava che la tenovela, per la verità assai poco avvincente e appassionante, dello stabile di via Morelli avesse conosciuto la parola fine. I picconi, i martelli e, soprattutto, le ruspe erano la “garanzia” che tutto era filato via liscio. Così, almeno sembrava.
Invece, è successo... l’imponderabile. La Soprintendenza ai beni artistici e architettonici che si era opposta, nel passato, all’abbattimento dello stabile lesionato e fatiscente (salvo poi cambiare idea) ha imposto lo “stop” al cantiere. Improvviso, inaspettato, per certi versi sorprendente perché fuori tempo massimo. Ormai, rimane pochissimo da abbattere: eppure, l’ente di tutela ha bloccato tutto.
Cos’è successo? Hanno trovato, forse, un affresco storicamente rilevante e che va, a tutti i costi, recuperato? Mancava qualche incartamento (l’Italia si “nutre” di burocrazia...)? Il Soprintendente Azzollini ha cambiato idea? Mille domande sono iniziate a circolare in città, tutte pervase da una buona e giustificata dose di incredulità.
A fornire la risposta esatta è il Comune di Gorizia. Suona, pressappoco, così: la Soprintendenza ha stoppato la demolizione perché, prima di dare il definitivo nullaosta all’abbattimento, avrebbe voluto vedere (e approvare) un progetto in cui si prefigurava l’aspetto dello stesso immobile dopo un’eventuale ricostruzione. È un ragionamento che sembra distorto ma questo è.
«Su quello stabile c’era un vincolo indiretto, trovandosi non lontano dalla chiesa di Sant’Ignazio. L’ente di tutela non voleva la sua demolizione perché era parte integrante del paesaggio del centro storico. Proprio per questo, se un domani dovesse essere ricostruito un immobile in quella zona, dovrà essere riproposta la stessa facciata dello stabile demolito», spiegò nel dicembre scorso Mauro Ussai, dirigente del settore dei servizi tecnici per lo sviluppo del territorio. Ma, lo si scopre solamente oggi, serviva anche un... progetto. Il Comune, però, non è proprietario nè del terreno nè dello stabile (fa parte del fallimento Sweet): quindi, come fa a prefigurare l’aspetto di un nuovo stabile che non si sa se mai verrà realizzato e soprattutto da chi?
Il Comune si affida a un breve comunicato stampa. «I lavori di demolizione dello stabile di via Morelli sono stati temporaneamente sospesi su richiesta della Soprintendeenza che desidera approfondire quale sarà la ricostruzione futura dell’edificio, in quanto dovrà rispondere esattamente ai criteri della facciata dello stabile abbattuto».
Sullo sfondo, una domanda anzi “la” domanda che in tanti si pongono, soprattutto chi lì ci risiede e ci lavora. Quando riprenderanno i lavori? Quando le ruspe potranno tornare ad aggredire quei brandelli di muro? Quando via Morelli potrà ridiventare una strada “normale”, percorribile e aperta al traffico? In Comune si respira aria di fiducia. «È questione di qualche giorno e dovrebbero riprendere i lavori - fanno sapere da piazza Municipio -. Lunedì ci sarà un incontro fra il sindaco Romoli e il Soprintendente dove si troverà una quadratura del cerchio. Ormai, lo stabile è pressoché demolito integralmente: l’intervento deve continuare».
Intanto, sino a quel giorno tutto rimarrà fermo. Le ruspe non potranno entrare in azione, gli operai nemmeno. «In ogni caso - concludono in Comune - è nostra intenzione, sin dalla prossima settimana, riaprire al traffico via Morelli che ha sofferto moltissimo per la presenza di quello stabile fatiscente e pericolante».
Insomma, la telenovela, poco appassionante e poco avvincente, continua...
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