Godina chiude. Titolare e dipendenti in lacrime dopo l’annuncio

Sofferta riunione nello storico negozio triestino d'abbigliamento con il personale che si è stretto attorno alla famiglia I sindacati: tagliati fuori dal circuito delle promozioni, non li hanno aiutati
Silvano Trieste 22/05/2014 Godina
Silvano Trieste 22/05/2014 Godina

Toccare i dipendenti, dire loro che a fine anno dovranno andare tutti a casa. Ammettere che è tutto finito è stata dura. Un momento drammatico. Mercoledì, nel tardo pomeriggio, dopo aver incontrato i rappresentanti sindacali, i titolari hanno riunito tutti i loro lavoratori. Sergio Godina, con le lacrime agli occhi, ha comunicato l'amara decisione. «È sembrato di assistere ad un funerale - racconta chi vi ha partecipato - piangevamo tutti, titolari inclusi». E, a riprova di come è stato gestito quel negozio negli anni, sono stati i dipendenti a unirsi attorno a Sergio Godina per tentare di consolarlo ringraziandolo per quanto ha fatto in questi anni per tenere in vita il negozio. Nel 2012 Godina ha anche versato in anticipo le tredicesime per permettere ai dipendenti di pagare in tempo l'Imu. I Godina si sono aggrappati a tutto pur di tentare di andare avanti, hanno investito capitale personale, si sono ridotti lo stipendio, hanno sofferto in silenzio per non far allarmare i lavoratori che però avevano capito.

Ora, fino a quando l'attività non cesserà definitivamente, a rotazione usufruiranno della cassa integrazione. Poi tutti a casa. Sul futuro di quegli spazi oggi occupati dal negozio e di proprietà dei Godina se ne sono sentite di tutti i colori. Ma a oggi non c'è nulla di certo. «Il mio pensiero ora va ai miei collaboratori - dichiara Godina - che sono stati la risorsa essenziale per l'attività e per i quali attiveremo tutti gli strumenti previsti dalla normativa vigente».

«Mi auguro che questa situazione negativa serva almeno a far svegliare le istituzioni - valuta Andrea Blau della Fisascat Cisl - perché quella di Godina non è una chiusura qualunque ma la resa di un grande imprenditore locale, di un negozio che ha sempre lavorato con grande professionalità senza ricevere però in cambio alcun aiuto». Basti pensare che quando ci sono i saldi, spettacoli e intrattenimento vengono organizzati in più punti del centro, lasciando fuori aree come quella davanti a Godina snobbando la necessità anche di quel grande negozio di avere un sostegno. «Dell'importanza di Godina si accorgeranno ora le casse comunali, - sostiene Blau - quando non vedranno più entrare le migliaia di euro all'anno di tributi. È ora di finirla di fare i ponti d'oro ai colossi stranieri che sbarcano in città e che poi pagano la gran parte delle tasse nel loro paese di provenienza, trascurando invece i commercianti locali. Con il segretario generale Fisascat, Elisa Miani, - aggiunge - ci batteremo per avere subito risposte concrete dalle istituzioni». A partecipare all’incontro tra sindacati e titolari del negozio c'era anche Maria Giovanna D'Este di Ugl terziario: «I Godina meritano il nostro supporto - afferma - ed è ora che le istituzioni tendano concretamente la mano verso questi nostri commercianti. Nella zona pedonale si curano gli arredi e si organizzano iniziative, fuori da quel perimetro i commercianti non hanno alcun supporto». Il 30 maggio i sindacati porteranno la questione Godina in Regione. «Mi batterò affinché la cassa integrazione fino alla chiusura coinvolga tutti a rotazione - spiega D'Este - anche i capi reparto e i quadri». Per Antonella Bressi della Cgil ora è il momento di «pensare alle 68 famiglie dei dipendenti coinvolte in questa annunciata chiusura». «Godina è sempre stata una delle punte di diamante del nostro commercio - aggiunge - e la sua fine dimostra come questa città sia priva di sbocchi».

Laura Tonero

Riproduzione riservata © Il Piccolo