Gli enti locali: «Non siamo i notai del Comitato portuale»
«Non si va in Comitato portuale a fare gli yes man, o le yes woman», sibila Roberto Cosolini all’indomani della seduta in cui è nato l’asse anti-Monassi tra Regione, Provincia e Comune. «Il Comitato non è il luogo dove si ratificano le decisioni della presidente, ma dove si sviluppano dibattito e mediazione», fa eco al sindaco la numero uno della Provincia, Maria Teresa Bassa Poropat. “Non stiamo mica qui a pettinare le bambole”, insomma. Tradotto, ma senza ironie: “Non siamo i notai di Marina Monassi”. Sarà musica per le orecchie di Claudio Boniciolli, il predecessore della Monassi che per mesi è andato predicando «il centrosinistra alzi la voce in Comitato portuale», o «Cosolini si muova».
Sarà per la risposta scritta che il ministro dell’Ambiente Andrea Orlando ha dato giovedì all’interrogazione del senatore Francesco Russo. Anzi ieri è arrivata dal Ministero una precisazione alla replica dell’Authority che dice che «esiste allo stato solo un parere preliminare e obbligatorio sul Piano regolatore portuale. Siamo in attesa dalla primavera del 2012 della stesura definitiva del Piano/progetto, dello studio di impatto ambientale integrato con gli elementi di Piano, infatti è una procedura di Via/Vas congiunte. Una volta presentato ci sarà l’avvio vero e proprio della valutazione del Prp con annessa consultazione transfrontaliera con la Slovenia». Sarà per la recentissima presa della Regione di Debora Serracchiani, tale da motivare Cosolini e Bassa Poropat per effetto di un riallineamento dei pianeti con il pianeta più grande. Fatto sta che da venerdì qualcosa è cambiato. Non nelle posizioni su Porto Vecchio e punti franchi, perché quelle sono sempre state chiare. Ma sulle possibili prove di forza da qui in avanti, tra le istituzioni locali e l’Authority in Comitato portuale, questo sì.
«Com’era il clima ieri (venerdì, ndr)? L’aria condizionata non andava tanto, forse per la spending review», svicola Roberto Cosolini prima di attaccare: «Non si va in Comitato portuale a fare gli yes man, o le yes woman, non siamo lì per caso ma rappresentiamo enti che concorrono al processo di nomina del presidente dell’Authority». Nomina. Non casuale: «Il fatto che ci sia una posizione sempre più unitaria tra le istituzioni elettive è un valore per il Porto, come è un valore l’attenzione della Regione, mancata per cinque anni». «C’è sempre stata - aggiunge dal canto suo Maria Teresa Bassa Poropat - la sensazione di una gestione per così dire autonoma del vertice dell’Autorità portuale. La risposta del ministro Orlando al senatore Russo è stata la goccia che ha fatto traboccare il bicchiere». «Mi sarebbe piaciuto - interviene il deputato Pd Ettore Rosato - al di là delle spiegazioni, che mi aspetto siano più sostanziali che formali, che l’Authority si fosse occupata di più di far procedere l’iter del Prp, che si fosse assunta la responsabilità di fare più pressioni dove servivano. Sembra quasi non sia un problema loro». Concorda poi con Cosolini, Rosato, sul «generico avviso» pubblicato sul sito dell’Autorità portuale per le nuove manifestazioni d’interesse per Porto Vecchio: «Il sindaco ha ragione. Un lavoro di minima evidenza, volto a interagire con qualche soggetto che già se l’immaginava».
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