Giù le mascherine: dal 4 giugno finalmente rivediamo i sorrisi dei triestini

TRIESTE C’è chi già nei giorni scorsi l’abbassava per concedersi una sigaretta furtiva e chi invece comunque non smetterà di indossarla, almeno ancora per un po’, allo scopo di sentirsi più tranquillo nei confronti di sé e degli altri. Se gli stati d’animo che accompagnano la novità sono diversi, quel che è certo è che da oggi in Friuli Venezia Giulia viene meno l’obbligo di mettersi la mascherina negli spazi aperti, a condizione naturalmente di continuare a rispettare le distanze di sicurezza tra persone non conviventi.
Come noto l’apposita ordinanza era stata ampiamente annunciata ma, vuoi per caso o vuoi per destino, è stata firmata dal governatore Massimiliano Fedriga proprio ieri, nello stesso giorno in cui in regione si sono registrati zero contagi per la prima volta dall'esplodere dell'emergenza. Sempre ieri il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, è inoltre intervenuto in conferenza stampa per commentare la riapertura dell’Italia, con annessi gli spostamenti tra regioni. Si riparte, dunque, e si spera ancora una volta che andrà tutto bene. Abbiamo deciso di immortalare questo momento attraverso i vostri volti, coperti prima e poi scoperti. Il risultato? Fotografie segnatempo di un’epoca, che indubbiamente ha avuto un prima ma che avrà anche un dopo, per tutti quelli che oggi sono qui e hanno la possibilità di prendere finalmente una boccata d’aria.
Quando tutto era solo all’inizio, erano in pochi a uscire di casa con le mascherine. Poco dopo sono andate a ruba, nelle farmacie e nei negozi, fino a diventare introvabili per un periodo. Abbiamo imparato a chiamarle dispositivi, medici o di protezione individuale a seconda dei casi, distinguendo tra le varie tipologie: chirurgiche oppure modello FFP, con o senza valvola. Sono arrivate pure quelle di stoffa, con tanto di sarte che si sono ingegnate – e continuano a ingegnarsi – per produrne di artigianali, in vari formati, colori, taglie e fantasie. E nel frattempo le mascherine sono state rese obbligatorie, rimpiazzate in alcuni casi da foulard o passamontagna. Assieme a gel e guanti, sono diventate il simbolo dei pochi attimi strappati alle mura domestiche per andare al supermercato, per chi è rimasto a casa durante i mesi più duri del lockdown. Ma anche le compagne di viaggio inseparabili di quelli che invece non hanno mai smesso di lavorare, nonché la croce dei runner con il fiato corto. Con l’avanzare della primavera e l’inizio della Fase due, poi, si sono pian piano trasformate nella cifra di una ritrovata vita pubblica.
Adesso le labbra potranno forse ricominciare a tingersi di rossetto. Ci si riabituerà a riconoscere i visi per strada, i nasi, i sorrisi: tutti diversi tra loro e al contempo accomunati dall’esperienza vissuta, proprio come quelli che si possono osservare negli scatti di questa pagina. Ciò non significa che le mascherine si possano considerare archiviate, anzi. Continueremo a portarle con noi, in tasca oppure in borsetta, non solo come un ricordo dei mesi passati e di chi purtroppo non c’è più. È bene infatti sottolineare che il dovere di averle sempre con sé rimane: andranno estratte all’occorrenza, in tutte quelle occasioni in cui ci si ritroverà al chiuso oppure in situazioni tali da mettere a rischio il rispetto del distanziamento sociale. Ma potersi rivedere in faccia sarà senz’altro un piacere. —
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