«Giù le mani dal Porto di Capodistria»
LUBIANA. Per il Porto di Capodistria questa è un’estate rovente. Crescono le polemiche sulla gestione e gli operai scendono in piazza, appoggiati dalla società civile, per protestare contro una possibile privatizzazione dello scalo. E, da quanto si apprende qui a Lubiana, alla fine rotoleranno anche teste illustri. Sul classico “giro d’aria” ci sono infatti il presidente del consiglio d’amministrazione di Luka Koper (la società che gestisce il porto), Marko Jazbec, ma anche il ministro delle Infrastrutture, Peter Gašperšic.
Ieri sera migliaia di persone hanno “invaso” piazza Tito a Capodistria (otto pullman sono giunti da ogni parte della Slovenia) per manifestare, su inziativa del fronte civile Vstala Primorska-Vstani Slovenija (il Litorale si è alzato, alzati Slovenia) contro gli avvicendamenti previsti all’interno del Comitato di controllo dello scalo e contro, come spiega al Dnevnik il rappresentante dei lavoratori all’interno del Comitato di controllo, Mladen Jovi›i„, «la vendita delle aziende slovene». «Vogliamo - afferma - piena responsabilità e competenza nella guida della società come vuole anche la maggioranza degli Sloveni». «Confermiamo inoltre - ribadisce ancora Jovi›i„ - che le aziende slovene devono contribuire a rimpinguare le casse dello Statoe non le tasche di imprenditori privati pronti solamente a prosciugare le aziende».
Anche al ministero delle Finanze e a quello delle Infrastrutture sostengono che stanno lavorando per garantire al Porto di Capodistria la miglior gestione possibile e confermano che non è in programma alcuna vendita o privatizzazione di sorta, anche se, precisano subito dopo, se Luka Koper fosse gestita da privati raggiungerebbe traguardi commerciali migliori e garantirebbe maggiori dividendi. Al ministero delle Finanze hanno altresì dichiarato che il sottosegretario alle Finanze, Metod Dragonja non è stato silurato, né si è dimesso dopo la bufera scoppiata per aver reso pubblici dati sbagliati sulle attività portuali di Capodistria.
Certo, come spiegano qui a Lubiana fonti vicine al governo, la “dipartita” di Dragonja non risolverebbe il caos gestionale del Porto e molti puntano il dito accusatore contro l’attuale presidente del consiglio di amministrazione di Luka Koper, Marko Jazbec il quale viene accusato di non aver spiegato sufficientemente la sua scelta di nominare al Comitato di controllo del porto Jürgen Sorgenfrei, contrario alla costruzione del secondo binario sulla linea ferroviaria Capodistria-Divaccia e di aver successivamente confermato il proprio errore “silurando” lo stesso Sorgenfrei. Jazbec comunque non intende dimettersi e attualmente si sta godendo le ferie.
A rischiare grosso, o almeno più di tutti, sembra essere invece il ministro delle Infrastrutture, Peter Gašperšic. Molti deputati della coalizione di governo, infatti, hanno preannunciato che voteranno a favore della mozione di sfiducia al ministro presentata in Parlamento dalla Sinistra unita, dai deputati del gruppo misto e dall’indipendente Andrej Cuš.
A Gašperšic viene imputata una scarsa volontà di attuare il progetto di raddoppio della Capodistria-Divaccia, oepra che viene ritenuta strategica per lo sviluppo del Porto di Capodistria visto che già oggi, l’unica traccia ferroviaria esistente e già satura al 94%. La sfiducia a Gašperši› creerebbe molto imbarazzo al governo per cui nella capitale si augurano che il ministro rassegni di sua spontanea volontà le dimissioni dopo un colloquio con il premier, Miro Cerar.
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