Giallo all’Irci, scomparso un assegno

La presidente Vigini allerta i revisori dei conti dell’Istituto di cultura istriana. All’origine il cambio di conto corrente bancario
La presidente Irci Chiara Vigini
La presidente Irci Chiara Vigini

di Fabio Dorigo

«È tutto ancora da accertare. Non c’è niente di certo. Non ho nessuna dichiarazione da fare, ma non c’è niente neanche da scrivere. Se si vuol far fumo...». Chiara Vigini, presidente dell’Irci (istituto regionale per la cultura istriano, fiumano, dalmata), non nega l’esistenza di un assegno circolare da migliaia di euro - si parla di 25mila - sparito. Un sospetto ammanco emerso nelle pieghe della contabilità dell’istituto di via Torino. Della cosa si sta parlando da alcuni giorni. Diverse fonti confermano il “buco” scoperto dalla presidente che sta mettendo a sottosopra l’Irci.

«È tutto da accertare. Non c’è niente da dire. Non è qualcosa di cui si può parlare ancora».
La presidente ha subito allertato il collegio dei revisori dei conti composto da Pietro Colavitti (presidente), Renzo Codarin e Manuele Braico. Sono già al lavoro. I conti sembra non tornino proprio. L’attenzione si concentra su un assegno circolare scomparso nel passaggio da una banca all’altra e ricomparso in uno studio legale cittadino. In un percorso carsico. Tutto sembra aver origine dal cambio di conto corrente effettuato dall’Irci alcuni mesi fa. Il passaggio dall’istituto Unicredit alla Cassa di risparmio del Friuli Venezia Giulia (Intesa San Paolo) venne effettuato, come si usa spesso, attraverso l’emissione di 5 assegni circolari per un totale di 125mila euro. Nel nuovo conto bancario finiscono solo 4 dei 5 assegni circolari. L’operazione è stata fatta dal tesoriere Stefano Nedoh.


La presidente conferma solo in parte. «I dettagli che mi racconta non sono precisi. Le hanno raccontate cose aeree. Mi scusi ma non posso rispondere», taglia corto Vigini che è al lavoro con i revisioni dei conti. L’ammanco sta mettendo a dura prora i revisori dei conti. «Stiamo revisionando tutta la contabilità. Non posso dichiararle ancora niente. Devo mantenere il segreto d’ufficio. Inoltre dobbiamo ancora acclarare questo fatto. In contabilità c’è un dare e un avere. Un’entrata e un’uscita. Prima di accusare qualcuno vogliamo accertare il fatto. È prematuro scrivere ora. Entro lunedì devo chiudere. E allora decidere se procedere alla denuncia in Procura» racconta il presidente dei revisori dell’Irci Piero Colavitti. Quindi qualcuna che non torna c’è? «Sembrerebbe di sì, ma non mi faccia aggiungere altro» aggiunge il commercialista triestino amico di Vittorio Sgarbi.


«Stiamo facendo un’analisi contabile. Lunedì faremo una verifica dei saldi in banca. Stiamo lavorando con la presidente e gli altri colleghi revisori per venire a capo del problema. Colavitti ha una tale esperienza che sono tranquillo» spiega il revisore e bancario Renzo Codarin, fresco presidente dell’Associazione nazionale Venezia Giulia Dalmazia (Anvgd). Ma esiste questo ammanco? «A oggi no. Vedremo lunedì. Stiamo visionando tutte le carte per capire il problema. Lavoriamo per questo».
©RIPRODUZIONE RISERVATA

Argomenti:istriacultura

Riproduzione riservata © Il Piccolo