Fvg, bufera su Savino per la battuta su Serracchiani
TRIESTE. «Una donna senza figli difficilmente può capire quali sono le necessità delle famiglie». Scatenano un pandemonio le parole con cui la parlamentare di Forza Italia, Sandra Savino, ha commentato la proposta di Debora Serracchiani sull’introduzione in Friuli Venezia Giulia di un aiuto economico alle famiglie per ciascun figlio fino ai diciotto anni. Una frase scivolosa quella della coordinatrice regionale azzurra, pronunciata dopo aver evidenziato l’assenza di interventi a sostegno della natalità da parte del centrosinistra: la conclusione di Savino è che ciò non sia avvenuto perché la presidente non conosce da vicino il tema, non avendo avuto figli.
L’attacco da donna a donna è particolarmente duro, perché rivolto a una 47enne che ha ammesso pubblicamente negli ultimi tempi di pensare spesso alla maternità, dopo aver rimandato il passo per le proprie scelte di vita e lavoro. Sulla sua pagina Facebook, in un post intitolato «Donne contro donne», Serracchiani evita però di addentrarsi nel proprio privato e parla di «sprezzante giudizio» da parte della deputata forzista. La presidente del Fvg lo ritiene «l’ultimo di una lunga serie di attacchi personali che sacrificano alla polemica politica anche gli aspetti più intimi e privati della vita di una persona, svelando la concezione che una destra sempre più retriva ha della dignità delle donne. Mai una simile accusa sarebbe stata rivolta a un uomo. Per Savino avere figli non è una scelta ma un obbligo, cui la donna deve adempiere per poter essere ritenuta all'altezza di responsabilità di governo».
Il caso diventa nazionale e rimbalza in giornata sul sito di Repubblica, mentre sui social si registra un clima di solidarietà nei confronti di Serracchiani. Il post della governatrice non si attira nemmeno un commento negativo, al contrario di quanto avviene normalmente ad ogni esternazione digitale. Le reazioni sono anzi tutte di appoggio, anche per qualche utente di differente credo politico: «Non mi piaci neanche un po’ ma quello che ti dicono è inaccettabile e vergognoso», scrive ad esempio Franca. Graziella usa invece un’iperbole: «Io vittima di queste affermazioni rispondo come sempre: se io donna senza figli non posso dire qualche cosa in merito, perché devo sobbarcarmi l’onere di contribuire per le scuole, per gli asili, per la sanità. Pago tutti questi servizi che a me non servono, eppure non chiedo la restituzione». Loris si chiede invece se «l’On. Savino è cattolica praticante. A questa affermazione bisogna ricordargli che sia i sacerdoti che le suore non hanno figli e che malgrado questo vogliono insegnare a fare i genitori a noi».
È lo stesso Partito democratico a far sentire la propria voce sui social network, difendendo «il diritto di ogni donna di decidere liberamente della propria vita. Per questo mandiamo un grande abbraccio a Debora Serracchiani e a tutte le donne che si sono trovate a rispondere a commenti simili». Le donne dem fanno intanto quadrato attorno alla presidente. Secondo la segretaria regionale, Antonella Grim, «Savino offende tutti col suo ragionamento medievale. Mortifica tutte le donne e ferisce coloro che, per scelta o per ragioni indipendenti dalla loro volontà, non sono madri». Per l’europarlamentare Isabella De Monte, «Savino mostra una mentalità cavernicola. Avrebbe riservato lo stesso trattamento a un uomo? Ci insegna che per parlare di minori è necessario avere figli, così come bisogna essere necessariamente malati per parlare di sanità, disabili per occuparsi di disabilità, anziani per le case di riposo o cantanti lirici per legiferare sui teatri. Se di mezzo non ci fosse un atteggiamento umiliante nei confronti delle donne, le sue parole potrebbero anche strappare una risata».
La consigliera regionale Pd, Silvana Cremaschi, ritiene a sua volta che «la campagna elettorale inizia con attacchi personali e sessisti. Parliamo di merito e diciamo che la maggioranza ha affrontato la questione della natalità senza retorica. I figli si fanno quando si ha un minimo di stabilità per pensare al futuro, quindi maggiori opportunità di formazione e lavoro, ma anche agevolazioni per la casa, senza dimenticare il sostegno al reddito o i contributi per l'abbattimento rette dei nidi». La deputata Simona Malpezzi ricorda invece che «nonostante nel governo Berlusconi sedessero ministri, donne e uomini con figli e figlie, nessuno impedì che venissero fatti tagli durissimi al welfare e approvata l'ignobile norma delle dimissioni in bianco. Il partito di Sandra Savino volle la norma che imponeva alle donne di scegliere se conservare il lavoro o avere figli. La Savino si vergogni per le sue parole e chieda scusa non solo a Debora Serracchiani, ma anche alle donne italiane».
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