Fronte bipartisan per salvare la Riserva di Miramare
TRIESTE. I triestini del Consiglio regionale si schierano al gran completo a favore del Wwf nel caso Miramare. Tutti gli eletti del capoluogo regionale presenti in aula, maggioranza e opposizione, hanno firmato la mozione presentata dal capogruppo di Sinistra ecologia e libertà Giulio Lauri in cui si chiede alla giunta di «intervenire subito per garantire la piena operatività dell’Area marina protetta situata all’interno del comprensorio del parco».
Commenta Lauri: «Questa storia ha del kafkiano. Da un lato c’è il ministero dell’Ambiente che in concerto con quello della Marina mercantile ha istituito la riserva marina di Miramare con un decreto del 1986 ponendo il Wwf Italia come ente gestore e dall’altra c’è il ministero dei Beni culturali che, attraverso la Soprintendenza, non ha tenuto fede agli impegni di proroga e sta sfrattando la riserva stessa» commenta Lauri. E aggiunge: «Nonostante gli accordi preliminari con il direttore del polo museale regionale Caburlotto, il Wwf deve lasciare entro il 31 dicembre gli spazi in concessione e quindi non solo il Castelletto ma anche il Bagno ducale con accesso al mare. Siccome il tempo sta scadendo, è necessario che la giunta intervenga subito, già in questi giorni».
L’appello di Sel è stato accolto anche dagli esponenti di schieramenti politici opposti. «Scontato firmare questa mozione - afferma il forzista Bruno Marini -. Mi pare che questa decisione della dirigenza del parco sia assurda, purtroppo l’ennesima scelta assurda. La riserva del Wwf ha un valore scientifico e didattico che non può essere messo in discussione per questioni burocratiche».
Secondo Marini «la riserva è un arricchimento per Trieste, ci dà prestigio in Italia e in Europa e se la Regione può esercitare una pressione politica è giusto che lo faccia quanto prima». Spiegando il senso della mozione, Lauri precisa che «il Wwf è un ente di formazione riconosciuto dal Miur, perciò se lo sfratto diventasse operativo non solo la gestione della riserva marina risulterebbe compromessa, ma anche la didattica e la strategia complessiva di conservazione e protezione del golfo di Trieste».
Il capogruppo di Sel sottolinea come la crisi abbia un suo impatto occupativo: «C’è il rischio di una ricaduta economica e sociale sulla comunità di biologi, naturalisti e personale specializzato che opera in questa realtà. Ecco perché chiediamo alla giunta che intervenga sui due ministeri affinché venga annullato immediatamente lo sfratto del Bagno Ducale, assolutamente funzionale come ubicazione vicino al mare per le attività formative, rinnovando la relativa concessione in scadenza al 31 dicembre».
Per Sel è necessario poi trovare «una sede operativa adeguata per poter perseguire gli obiettivi istituzionali, e a questo fine suggeriamo di valutare anche la collocazione dei servizi operativi nel polo didattico botanico restaurato all’interno delle ex Serre del parco sito nei pressi del Castelletto e già finanziato dalla Regione».
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