Fiume Capitale della cultura ma slittano le tabelle bilingui
FIUME Un’occasione perduta, l'ennesima. È stata posticipata a primavera la collocazione delle tabelle con la dicitura bilingue Rijeka – Fiume all'entrata della città. Solo poche settimane fa il sindaco di Fiume, Vojko Obersnel, aveva fatto sapere che le insegne sarebbero state sistemate prima dell'inaugurazione dell'annata di Fiume capitale europea della Cultura 2020, nel cui progetto rientra appunto la collocazione sostenuta dal Comune e dalla Comunità degli Italiani locale. L’operazione sarebbe dunque dovuta scattare entro il primo febbraio, giorno dell’evento per il quale sono attese anche autorità dell’Ue. I motivi del ritardo non sono stati giustificati in alcun modo dal palazzo comunale, che si è limitato a far sapere che le tabelle si troveranno nei punti d'ingresso alla città più trafficati; e che inoltre saranno trilingui: compariranno infatti in croato, italiano e inglese.
Intanto però nei giorni scorsi si è aggiunto un nuovo tassello nel progetto di ripristino degli antichi odonimi nel rione di Cittavecchia. Sono state sistemate infatti tre tabelle bilingui - in italiano e croato - nelle piazze Matija Vlačić (già piazzetta delle Legne) e Santa Barbara (piazza Santa Barbara) e in via Janez Trdina, che in passato fu Calle del Tempio. In totale sono una quindicina le targhe bilingui montate finora nel nucleo storico della città a partire dallo scorso maggio, numero che rappresenta la metà di quanto concordato. Le altre 15 dovrebbero essere sistemate non oltre la fine dell’anno, sempre in Cittavecchia.
A soffermarsi su questo argomento sono stati di recente il primo cittadino e il neoconsole generale d'Italia a Fiume, Davide Bradanini, durante il loro primo incontro ufficiale. Bradanini ha manifestato soddisfazione per l'andamento del progetto di recupero degli antichi nomi di vie e piazze ne centro storico, ribadendo che l'Italia ha a cuore le sorti e lo sviluppo della componente italiana a Fiume. È stato ricordato che in futuro le diciture dei nomi dovrebbero essere anche in lingua ungherese, nonostante all'epoca dell'amministrazione di Budapest la Cittavecchia fosse stata risparmiata dal processo di “magiarizzazione”: neanche una piazza o una via recavano in quel quartiere la scritta in ungherese, al contrario di ciò che avveniva in altre parti della città.
Fu nel 1954, all'epoca della Jugoslavia, che le autorità ordinarono la sistematica rimozione di tutte le diciture italiane, lasciando spazio solo a quelle croate. Dalle tabelle bilingui, a nove anni dalla conclusione della seconda guerra mondiale, si passò a quelle monolingui, un fatto cui si sta ponendo parzialmente rimedio a distanza di 65 anni, grazie all'amministrazione comunale, al titolo di Capitale europea della Cultura e all'impegno dei vertici della Comunità degli italiani. —
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