Fiume, al via i lavori del terminal container

Affidati al consorzio Coedmar, Fincosit, Maltauro. Il governo di Zagabria punta a ottenere i finanziamenti di Bruxelles
Un'immagine del porto di Fiume
Un'immagine del porto di Fiume

FIUME. La costruzione del terminal container di Riva Zagabria a Fiume (il secondo più importante dopo quello di Brajdica), progetto infrastrutturale d’importanza strategica per il governo croato, è stato inserito dal governo di Zagabria nella lista dei progetti candidati ai finanziamenti di Bruxelles. Il cantiere è stato aperto da un paio di mesi: i lavori sono stati affidati a un consorzio italiano composto da Grandi Lavori Fincosit, Nuova Coedmar e Impresa costruzioni Giuseppe Maltauro.

Il consorzio è stato scelto dopo una gara internazionale ed ha presentato l’offerta ritenuta più vantaggiosa: 70,6 milioni di euro per la costruzione dello scalo, della lunghezza di 400 metri. Si tratta della della prima fase del progetto, che dovrebbe essere portato a termine entro la fine del 2017. La seconda tranche dell’opera comprenderà l’allestimento di ulteriori 280 metri di banchina, da finanziare grazie ai fondi comunitari. L’investimento che il futuro concessionario dovrà sostenere per la messa in funzione delle varie attrezzature è stimato in 100 milioni di euro. In totale la nuova struttura si estenderà su una superficie di 20 ettari, con pescaggio di 20 metri e una capacità annua di movimentazione container pari a circa 600 mila Teu. Per arrivare alla realizzazione del terminal saranno impiegati 1 milione e 100 mila metri cubi di materiale che proverranno dalle cave istriane di Antenal, nei pressi di Cittanova, e di Valmazzinghi nell’Albonese.

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Riva Zagabria, per diventare operativa e attirare investitori e carichi, dovrà essere “arricchita” da altri due progetti: la statale D403, che allaccerà lo scalo alla Tangenziale di Fiume e l’ammodernamento della stazione ferroviaria di smistamento in Mlacca, a Fiume. Senza adeguate strade e infrastrutture ferroviarie, il terminal di Riva Zagabria, infatti, non sarebbe in grado di operare. Come già detto, i dipendenti del consorzio italiano sono già all’opera. Si cerca di risolvere il problema rappresentato dal fondale “ballerino” antistante Riva Zagabria, che andrà consolidato tramite l’inserimento di colonne di ghiaia nel sottosuolo. Infatti, la plurisecolare azione dei corsi d’acqua presenti a Fiume ha dato luogo ad un fondale composto da fango, ghiaia e argilla, compatto soltanto ad una profondità di 60 metri dallo stesso fondale. La gara per scegliere il futuro concessionario dello scalo si concluderà venerdì prossimo: secondo voci ufficiose al momento nessuno si sarebbe fatto ancora avanti. In caso di assenza di domande alla gara internazionale, i lavori andranno comunque avanti: la gara sarà ripetuta nella fase conclusiva del progetto.

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