Fedriga graffia ancora: «Incertezza fino a sera. L’esecutivo è caotico e accresce le difficoltà»
TRIESTE. Un’intera giornata ad attendere che, dopo il varo del Dpcm, il governo ufficializzasse la classificazione del Friuli Venezia Giulia. La conferma dell’inserimento in zona gialla arriva solo con il discorso tenuto in serata dal primo ministro Giuseppe Conte, ma il presidente Massimiliano Fedriga sbotta: «Una gestione del genere è senza prospettiva». Tanto più, è il ragionamento, alla luce del fatto che l’indice di contagiosità riguardante la regione è sceso nelle ultime rilevazioni.
Secondo Fedriga si sarebbe potuto dire subito forte e chiaro che il Fvg non sarebbe andato incontro a nessuna restrizione ulteriore, permettendo così alle categorie di organizzarsi con più facilità. Un disagio che, al di là delle dichiarazioni di facciata, riguarda pure il Partito democratico regionale, che attacca la melina messa in atto dalle Regioni ma che nelle segrete stanze critica la gestione di Roma.
Nel pomeriggio di ieri, un Fedriga sconsolato allargava le braccia: «Questo Dpcm è come comprare una casa senza andarla a vedere, perché se non so gli effetti che ha diventa un problema serio. Siamo nell’incertezza assoluta e non c’è nulla di ufficiale ma credo che saremo nella zona gialla, senza misure restrittive. La bozza del monitoraggio settimanale dice che il nostro Rt è sceso rispetto al precedente», dato finora all’1,5.
Dopo il discorso di Conte, Fedriga resta critico: «È normale che ci siano dubbi e incertezze, ma negli altri Paesi non si firmano i decreti nella notte e si danno tempi certi per far cominciare gli effetti. Mi chiamano i ristoratori per sapere se comprare le cose per il giorno dopo: questa è la vita reale». La bocciatura del governo è rotonda: «Sono a disagio. Questo è un modo molto caotico di procedere, in un momento in cui lavoratori, imprese e cittadini vivono una situazione estremamente difficile. Così si aggravano le difficoltà». Il governatore è però soddisfatto di aver scampato una stretta più dura, anche se in giornata si era detto più favorevole a «un lockdown, che iniziare a chiudere a casaccio attività, mettendole in ginocchio».
E proprio sulla richiesta di misure uguali per tutti arrivano le critiche del Pd. Il segretario regionale Cristiano Shaurli attribuisce i ritardi alle «controversie con alcune Regioni» e difende un Dpcm che «presenta una base di norme uguali per tutti ma per fortuna riconosce che le Regioni non sono tutte nelle stesse condizioni. È incomprensibile che Fedriga ora chieda di applicare a noi le stesse misure della Lombardia. O meglio si capisce, visto che le sue pretese servono solo ad attaccare il governo».
Al di là della facciata, c’è però l’imbarazzo per misure che arrivano alla spicciolata, con un Dpcm firmato senza che fino a sera i territori conoscano il proprio destino. Lo si capisce da un tweet del componente della Paritetica Salvatore Spitaleri (Pd): «Houston abbiamo un problema: se tra governo, governatori, ministri e tecnici vari stiamo giocando con la scatola cromatica per le Regioni a 6 ore dall’entrata in vigore del Dpcm, abbiamo un problema serio e il Covid-19 è deleterio non solo per polmoni. Mattarella pensaci tu».
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