Farmacisti, crisi crescente a Trieste Giù fatturato e vendite
Il 10% in meno di incasso da farmaci convenzionati, qualche decina di farmacisti anche di 40-50 anni che ha perso il lavoro, 4000 iscritti all’Università in tutta Italia quando si stima che saranno assorbiti appena 1700 laureati (Trieste è più al riparo perché Farmacia attrae studenti dall’estero, oggi molto da Slovenia e Croazia), e carichi di lavoro in aumento per il servizio sanitario: la ricetta elettronica, oggi solo sperimentata, presto sarà estesa a tutti i farmacisti e medici di famiglia della regione, con la necessità di adeguare il sistema informatico.
In questa situazione critica le 67 farmacie triestine si sono viste per la seconda volta prorogare il servizio Cup frutto del faticoso accordo Federfarma-Regione. Proseguirà fino a dicembre. Nel frattempo però il modello di prenotazione remunerata, così come la distribuzione di farmaci “per conto dell’Azienda sanitaria” diventerà lo schema di un accordo con validità su tutto il territorio regionale. Ma la contrattazione è ancora in corso.
Fra tutte queste variabili l’associazione di categoria, Federfarma, che si era abbastanza dilaniata sulle trattative “dure”, anche con scioperi, per ottenere un compenso al servizio Cup (per 10 anni dato gratis) ha rinnovato la propria rappresentanza, provinciale e regionale. Presidente sia a Trieste e sia in Fvg era stato a lungo Alessandro Fumaneri, che con le nuove votazioni è uscito di scena. Presidente provinciale è diventato Vittorio Zamboni, già presidente dell’Ordine, carica che aveva dovuto lasciare perché incappato (di lato) in un’inchiesta sui prodotti “dopanti”, da cui era uscito assolto nel 2008, il fatto che gli veniva contestato - disse la sentenza - “non costituisce reato”.
Zamboni riceve il testimone in una stagione quindi molto delicata per i farmacisti. «La crisi - dice il presidente dell’Ordine, Marcello Milani - c’è per tutti, l’impulso dato ai farmaci generici fa calare i fatturati, e per tutti i prodotti “salutistici” di farmacia il calo di vendite è uguale a quello che colpisce il commercio. Molte cose sono percepite adesso come superflue dal cittadino. In più - prosegue Milani - anche quando distribuiamo “per conto” del servizio sanitario i farmaci ad alto costo che stanno strozzando i bilanci degli ospedali noi percepiamo sempre 4 euro per pezzo». E proprio in questi giorni l’Azienda sanitaria ha emesso il bando per trovare un dirigente del Servizio farmaceutico che farà parte della direzione strategica, il livello più alto. Fra i suoi principali compiti? Tenere sotto controllo la spesa farmaceutica, e far calare la quota che pesa sul servizio sanitario.
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