Farmacie: centro saturo, si andrà in periferia

Il presidente dell’Ordine, Milani: «Il governo sta per consentire trasferimenti senza limiti»
Altran Mf-Farmacia Comunale
Altran Mf-Farmacia Comunale

Farmacie, basta polemiche. Il governo sta per introdurre una liberalizzazione in più che consentirà di “coprire” anche le zone periferiche oggi carenti, dove il Comune ha deliberato l’arrivo dei tre nuovi esercizi, ma si deve difendere quando l’opposizione reclama le esigenze di un altro rione che aveva fatto richiesta, con raccolta di firme. «A Roma stiamo discutendo col governo l’abolizione della pianta organica - riferisce il presidente dell’Ordine dei farmacisti Marcello Milani -, questo vuol dire che ogni farmacia che lo volesse potrà trasferirsi dove vuole, e non più solo all’interno di un perimetro prefissato, oggi invalicabile». Il terreno commerciale garantito sparisce.

E si scopre che questo è già nell’interesse di alcuni titolari di farmacia. «Ho ricevuto già numerose richieste - conferma Milani -, perché in centro città c’è una farmacia dopo l’altra, meglio traslocare altrove». Le regole di garanzia che Monti sta smantellando per “liberalizzare” il settore da un lato dunque provocano minacce di ricorso al Tar (le ha manifestate il presidente regionale di Federfarma, Alessandro Fumaneri) e dall’altro scoperchiano una differente realtà: la concorrenza esiste già, non la faranno solo le farmacie che si aggiungono. Molti farmacisti chiedono di andare in zone periferiche “scoperte”. Il mercato è più stretto.

«In questi ultimi anni - dice Milani - è aumentato il numero di scatole di medicinali vendute, ma è calato l’incasso. Dunque da un lato servono più farmacisti per servire i clienti, dall’altro mancano i soldi per pagarli». Nel frattempo anche in questo settore, finora indenne, si sta creando disoccupazione: «In attesa di lavoro ci sono 20-25 farmacisti, la facoltà ne produce 100 all’anno (magari non tutti triestini), che è un numero molto alto».

Milani, nella polemica che si è creata tra il Pdl circoscrizionale e il Comune perché il rione della Maddalena non acquisisce una farmacia, tende a fare da paciere. «Il Comune ha avuto pochissimo tempo, come ha specificato nelle delibere, per destinare le nuove aperture dopo aver chiesto i pareri a noi e all’Azienda sanitaria, il rione della Maddalena non era stato portato all’attenzione per tempo». Ma entro l’anno, annuncia il presidente dell’Ordine, i regolamenti attuativi della riforma dovrebbero essere pronti, e a quel punto forse qualche farmacista preferirà chiudere sull’asse del centro città e spostarsi per proprio interesse altrove.

 

(g. z.)

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