Era in malattia ma faceva il secondo lavoro: licenziato ma risarcito con 200 mila euro

L’ex dipendente dell’Azienda sanitaria Asugi, meccanico abusivo, soffriva realmente. Gli errori medici lo portarono alla paraplegia
Uno dei corridoi del San Giovanni di Dio
Uno dei corridoi del San Giovanni di Dio

GORIZIA Si può essere allo stesso tempo vincitori e vinti. Lo sa bene un ex dipendente della fu Azienda per l’assistenza sanitaria “Bassa Friulana-Isontina” e lo sa anche la nuova Asugi, l’Azienda sanitaria Universitaria Giuliano Isontina. Le due parti hanno compensato i crediti e i debiti che avevano l’una nei confronti dell’altra.

È l’esito finale di una articolata vicenda giudiziaria che si è sviluppata su tre filoni: il primo penale, il secondo contabile, il terzo civile.

Tutto è iniziato quando A.C., dipendente dell’Azienda sanitaria assunto come ausiliario specializzato addetto all’assistenza, è stato sorpreso ad esercitare in proprio il lavoro di meccanico. Con la sua officina abusiva aveva eluso, oltre al rapporto di esclusiva previsto dal contratto con l’Aas “Bassa Friulana Isontina”, anche il congedo per malattia in cui si trovava in quel momento. Secondo l’accusa della Procura della Repubblica di Gorizia con artifici e raggiri si era procurato un ingiusto profitto. Tra le altre cose al dipendente veniva contestato anche l’utilizzo di un’auto di servizio e di aver acquistato pezzi di ricambio a nome della stessa Azienda sanitaria. Era difficile negare l’evidenza, così, ammettendo tutti gli addebiti di fronte al giudice, A.C. aveva patteggiato 18 mesi di reclusione e 2.140 euro di multa, oltre alla rifusione delle spese di costituzione di parte civile.

Da questo primo filone è seguito il secondo per truffa ai danni dello Stato. Ad avviarlo è stata la Procura regionale della Corte dei Conti che ha citato C.A. per aver violato gli obblighi di servizio e del rapporto di esclusività condannandolo a risarcire l’Azienda sanitaria. L’azienda sanitaria, in sede civile, aveva chiesto il risarcimento dei danni patrimoniali e d’immagine subiti per il comportamento di A.C, che nel frattempo era stato licenziato.

Anche se lavorava in proprio nella sua officina abusiva, C.A. era davvero affetto da una patologia invalidante. Soffriva di lombosciatalgia e per questo si era messo in malattia. Ovviamente, per curarsi l’uomo si era rivolto alla stessa azienda sanitaria per cui lavorava. Il suo problema però è stato sottovalutato e la situazione si è aggravata al punto che dopo una sorta di odissea che lo ha portato negli ospedali sia di Trieste sia di Udine, alla fine, C.A. è stato colpito da paraplegia. A questo punto i ruoli si sono rovesciati e a rivolgersi al Tribunale di Gorizia, per chiedere un risarcimento in sede civile, è stato proprio l’ex dipendente. Per la malpractice medica gli è stato riconosciuto un risarcimento di 237.627,97 euro.

Tutto finito? No, perché a quel punto l’Azienda sanitaria, prima di liquidare il danno, voleva a sua volta essere risarcita e così, per semplificare le cose, il legale della nuova Asugi ha proposto al legale della controparte, l’avvocato Livio Lippi, la compensazione tra il credito vantato e i debiti del suo assistito. A Conti fatti l’Azienda dovrà liquidare a C.A. 203.269,50 euro. Alla fine sono tutti vincitori, ma in un modo o nell’altro sono anche tutti vinti. —


 

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