Elena Fedriga: «Io first lady? Macché. Apparire non mi piace»
Parla Elena Sartori, moglie di Fedriga. «Io formica, lui cicala»

Elena Fedriga, ecco chi è la moglie del nuovo presidente del FVG
TRIESTE. «Non mi piace apparire, sono un po’ in imbarazzo: preferisco stare dietro le quinte». Elena Sartori, moglie del neoeletto presidente della Regione Massimiliano Fedriga, è una persona riservata. A due giorni dal verdetto delle urne, però, decide di superare le remore e raccontare un po’ di sé. Originaria del pordenonese, triestina d’adozione, referente regionale del Fondo ambiente italiano e mamma di due bimbi, da lunedì Elena è anche la “first lady” del Friuli Venezia Giulia. Anche se non ama questa definizione.
Elena, Massimiliano è stato accolto in piazza Oberdan l’altro giorno da ali di folla i folla. Che effetto le fa l’improvvisa notorietà?
Eravamo abituati a vederlo nelle tv nazionali ma ora girare con lui per strada è tutta un’altra cosa, perché le persone ci fermano ad ogni metro: è un po’ più difficile da gestire. Non sono una che adora queste cose, non mi piace vivere sotto i riflettori: sono un po’ in imbarazzo.
Ci racconti qualcosa di lei: è triestina? Cosa fa nella vita?
Sono nata a Sesto al Reghena, dove ho vissuto con mamma, papà e mia sorella minore fino agli anni dell’università: una vita normale. Poi sono uscita dal nucleo familiare per studiare, prima a Gorizia e poi a Trieste, dove ho trovato lavoro. Sono laureata in Relazioni pubbliche e specializzata in Marketing turistico e congressuale. Ho sempre lavorato nel campo in cui ho studiato, per mia fortuna. Ora sono la referente regionale del Fai: prima lavoravo per un’azienda che produceva laser medicali; ho cambiato perché, con la nascita dei bambini, mi serviva un lavoro che occupasse meno ore. Al Fai ho iniziato come volontaria, perché ambiente e cultura mi stanno a cuore: non c’è di meglio che riuscire a trasformare una passione in un lavoro, mi reputo una privilegiata.
Quanti anni hanno i bambini?
Giacomo quattro anni e Giovanni quattro mesi. Adesso sono in maternità: sono stati mesi di intenso lavoro sotto ogni punto di vista. La campagna elettorale è stata dura: ero sola giorno e notte. Abbiamo sofferto e lavorato tanto assieme: io per la famiglia, lui per la regione.

Tra lei e Massimiliano la scintilla è scoccata grazie alla politica?
No a farci avvicinare è stato il lavoro precedente di entrambi. Ci siamo conosciuti in una mensa aziendale in via Flavia, dove non si discuteva di politica ma di aspetti professionali e altre cose di cui parlano i ragazzi di venticinque anni. Ci ha presentati un’amica comune. Era l’inizio del 2008 e poco dopo - ci frequentavamo appena - mi ha fatto capire che si era candidato. Non è che capisca tanto di politica, preferisco non addentrarmici. Ne discutiamo giusto un po’ a casa e ci consigliamo reciprocamente.
È contenta di averlo qui a Trieste per i prossimi cinque anni o avrebbe preferito che Max facesse il ministro a Roma?
Proprio perché non sono addentro a queste cose per me ovviamente è meglio che Massimiliano sia qui. Poi lo supporterò sempre in ciò che per lui è più importante. Non è che sia meglio qui oppure lì; quando c’è soddisfazione professionale, anche a casa il clima positivo si sente. Sono felice per lui, per noi.
C’è una first lady cui, in un certo senso, vorrebbe ispirarsi?
Me stessa, nel senso che mi sento una persona semplice, ed evito i riflettori. Mi vengono in mente Brigitte Macron o Melania Trump, ma non mi ci rispecchio per niente! Nemmeno in Michelle Obama: con lei forse ho qualche valore in comune, ma di certo non mi sento una first lady. Cerco di stare accanto a Massimiliano nel miglior modo possibile ma sono un po’ timida.
Il tweet di Elisa Isoardi che il venerdì sera stira le camicie di Matteo Salvini ha fatto il giro del web. Voi invece cosa fate nel weekend?
Stiamo in famiglia, con i bambini: organizziamo cene a casa, oppure da amici, o ancora dai genitori, miei e di Massimiliano. La domenica, in cui stiamo tutti assieme, siamo più felici. Faccio tutte quelle cose che fanno le donne che hanno famiglia, insomma, ovvero tenere assieme quest’ultima con il lavoro. In questo momento sto mettendo a posto la terrazza: vorrei fare un pranzo all’aperto. Ma Giacomo sta svuotando i vasi di fiori e tirando terra in giro: dovrò rifare da capo. Mi piace fare attività all’aria aperta e avere la casa in ordine, cosa per cui Massimiliano è meno portato: lui si dedica più agli acquisti, io all’ordine; lui è la cicala e io la formica. Le piccole questioni domestiche sono le uniche per cui litighiamo».
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