Effetto Melania: la putizza slovena chiede il brevetto all’Unione europea

ZAGABRIA. Balzata all’improvvisa celebrità planetaria grazie a Papa Francesco, la putizza sarà a breve protetta dalla legislazione europea. Le autorità slovene hanno infatti deciso di registrare il dolce, menzionato dal Pontefice durante il suo recentissimo incontro in Vaticano con Donald e Melania Trump. Come scrive l’agenzia slovena di stampa Sta, la Camera dell'Agricoltura e delle Scienze forestali di Lubiana e la Camera della piccola imprenditoria «hanno unito le proprie forze per avviare il processo di protezione della ricetta originale».

Nel dettaglio, gli sloveni mirano a definire in modo univoco la ricetta e la lista degli ingredienti contenuti nella putizza (o potica, in sloveno) regolamentandone anche la preparazione, mentre non sarà limitata l'area di provenienza del dolce. L'obiettivo è quello di uniformare le varie versioni del dessert e arrivare a un prodotto unico - la "Slovenska potica" certificata - che potrà cavalcare l'onda dell'improvvisa notorietà e avere una marcia in più ai fini dell’export.
Come noto, Papa Francesco incontrando i Trump ha chiesto alla slovena Melania, riferendosi al marito Donald: «Cosa gli dai da mangiare, putizza?». E sebbene oggetto di un siparietto vista l’errata traduzione simultanea in pizza, cosa che ha creato un malinteso fra i presenti, il dolce in questo modo è finito sulle pagine del Guardian, del New York Times e di altri media in giro per il mondo. Un’ottima pubblicità gratuita che la Slovenia non vuole ora lasciarsi sfuggire. «Il Washington Post ha descritto la putizza come "il pane alle noci che tutti ora vogliono assaggiare" e ne ha pubblicato la ricetta sul proprio sito internet», sottolinea ancora la Sta.
Ecco che Lubiana passa dunque all'azione, attivandosi per proteggere al più presto con un marchio europeo l'ormai celebre dolce. Il primo passo - spiega la stampa slovena - è quello di stilare la ricetta ottimale, che è già stata individuata «dopo una serie di test». Le due Camere hanno inoltre già raggiunto un accordo sulla lista dei possibili ripieni: «Noci, noci e uvetta, uvetta, dragoncello, o ancora dragoncello e skuta (un formaggio tradizionale simile ad una ricotta, ndr.)». A questo elenco alcuni produttori della Slovenia orientale hanno proposto di aggiungere i semi di papavero.
Terminata questa prima fase, toccherà al ministero dell'Agricoltura avviare la procedura per la certificazione della ricetta, alla quale poi Bruxelles dovrà dare il proprio via libera. Stando a quanto emerge al momento, si opterà non per una protezione dell'origine del prodotto (Dop o Igp) bensì per l'iscrizione di una «specialità tradizionale garantita» (Stg), che permetterà soltanto a chi rispetta la composizione e i metodi di produzione originali di commercializzare una "Slovenska potica".
La putizza triestina e goriziana, che nel ripieno può contenere anche cioccolato o pezzettini di biscotto, non avrebbe dunque nulla a che fare con il marchio Stg sloveno, anche se bisognerà attendere l'avallo di Bruxelles prima che l'operazione possa dirsi ultimata. Per la Slovenia, in ogni caso, si tratta di un secondo contributo involontario della nuova First lady americana. Dopo l'«effetto Melania» che ha reso celebre Sevnica, il paesino natale della First lady d’America, e favorito il turismo nazionale, tocca ora alla gastronomia slovena approfittare della ribalta mondiale.
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