Eataly spegne la prima candelina a Trieste con incassi record FOTO

TRIESTE Sono 190mila i caffè serviti da Eataly Trieste nel primo anno di vita. Basta questo dato a decretare un successo senza precedenti per Trieste. «Siamo andati molto bene. Abbiamo sconfitto lo scetticismo triestino verso le nuove iniziative. Buttato a mare il proverbiale “no se pol”», spiega Antonio De Paolo, responsabile di Eataly Trieste. «Abbiamo chiuso con un giro d’affari superiore del 46% rispetto alle previsioni. E non dico altro».
Eataly Trieste, dunque, festeggia oggi il primo compleanno (10 sono quelli di Eataly nato a Torino nel 2007) con il vento in poppa. Per uno store dedicato a Eolo è il massimo che si possa chiedere. «Siamo praticamente la realtà italiana più importante in Italia subito dietro Roma, Milano e Torino», continua il responsabile di Trieste. «Siamo diventati uno degli Eataly principali oltre che, a detta di molti, il più bello in assoluto. Con quella vetrata sul mare non abbiamo concorrenti. È un magnete irresistibile. Da rimanere a bocca aperta», afferma De Paolo.
Il Magazzini vini, sede scelta da Eataly d’intesa con la Fondazione CRTrieste, proprietaria dell’edificio, è stato da poco inserito dal Corriere della Sera tra “le più belle nuove architetture italiane inaugurate nel 2017”. Merito dello studio Archea Associati di Firenze e dell’architetto Marco Casamonti che hanno ridisegnato quello spazio architettonico lasciandolo sospeso sull’acqua. «Sono molti i turisti stranieri che vengono a Trieste per visitare l’edificio e fare la spesa da Eataly. Si tratta di austriaci, sloveni e croati.

E spesso sorprende il loro livello di conoscenza dei nostri prodotti. Arrivano da Klagenfurt con le idee molto chiare e magari chiedono il formaggio jamar in grotta di cui molti triestini non conoscono neppure l’esistenza»,spiega De Paolo. La sede triestina di Eataly è diventata un attrattore culturale in sè al di là delle eccellenze enogastronomiche che offre. Più del vicino Salone degli incanti, per esempio. Ma è ormai anche parte integrate del tessuto urbano. «Per molti è diventato il posto dove andare a fare quotidianamente la spesa - assicura il responsabile di Eataly Trieste -. I prodotti in vendita sono circa 4mila e il 35% proviene dal Friuli Venezia Giulia. C’è l’imbarazzo della scelta».
La panetteria è diventata una vera eccellenza: è l’unico posto a Trieste dove si possono acquistare diversi tipi di pane cotti in un forno a legna. L’ortofrutta si è affermata con prodotti di alta qualità a prezzi assolutamente concorrenziali. Sulla rosticceria, invece è stata fatta una scelta visto che i posti a sedere per la ristorazione sono troppi pochi rispetto all’affluenza. «Abbiamo deciso di dare più spazio alla pizzeria e di toglierne così alla rosticceria», precisa De Paolo. Funziona benissimo anche la macelleria grazie all’offerta di fassona piemontese.
E pure la Barcaccia di Livio Amato, la pescheria con gastronomia collegata, ha un successo enorme, così come l’enoteca ha sfondato: con 1400 etichette è la più fornita della Regione. E il fronte occupazionale? «Il numero si è ormai consolidato. Sono oltre 100 le persone occupate attualmente con dei picchi stagionali legati all’estate e al periodo della Barcolana. «Siamo ancora alla ricerca di macellai e panettieri. Figure difficili da reperire» spiega De Paolo. E il futuro? «Stiamo valutando alcune migliorie a partire dal dehors sul mare. L’anno scorso siamo partiti in ritardo - conclude il responsabile di Eataly Trieste -. Quest’anno vogliamo anticipare l’apertura e soprattutto agganciarlo a una serie di eventi. L’altra cosa a cui teniamo molto sono i laboratori gratuiti per le scuole. In meno di un mese abbiamo già ricevuto l’adesione di 25 classi».
Riproduzione riservata © Il Piccolo