E in Costiera Venezia diventa Benetke
DUINO AURISINA. Prendete un po’ di enti diversi, aggiungete un paio di leggi e decreti, guarnite con iniziative di soggetti vari e frullate. Risultato: la toponomastica stradale più incasinata che si possa vedere in Italia (e forse in tutto il mondo). Capirci qualcosa (nel senso del chi ha prodotto tutto ciò) è impresa delle più improbe. E meno male che per guidare ci sono i navigatori che di tante leggi e decreti se ne fanno un baffo e ti dicono solo: destra-sinistra- avanti dritto. Nella lingua che vuoi. E solo quella.
L’ultima, in fatto di tempo, sono i nuovi cartelli spuntati nei giorni scorsi nella zona di san Giovanni di Duino. Gli automobilisti, un po’ sorpresi, hanno letto che Venezia in sloveno si chiama Benetke, Udine si dice Videm e Trži› sarebbe Monfalcone... Una novità, perchè i cartelli bilingui per le città vicine (Gorizia- Gorica, Trieste-Trst e via dicendo) c’erano sempre stati. «Sarà per i turisti sloveni» ha pensato più di qualcuno, visto che ci si preoccupa di indicare Venezia... E poi, primo quesito: perchè solo lì? Se sono stati messi per i turisti, come mai questi cartelli non si vedono anche ai valichi di Fernetti o Rabuiese, per esempio?
Presto (si fa per dire) detto. Quei cartelli non sono stati installati per agevolare i turisti sloveni in transito verso la Serenissima ma per i residenti del comune di Duino Aurisina, comune con popolazione in parte slovena. Lo vuole la legge, e precisamente la numero 38 del 23 febbraio del 2011, che a undici anni dalla sua approvazione dispiega con ammirevole tempismo i suoi effetti.
E così la Regione ha chiesto alla “Friuli Venezia Giulia Strade Spa”, che gestisce le arterie ex Anas, di provvedere a installare i cartelli in italiano e sloveno. Che dunque stanno iniziando a comparire lungo la ex statale 14, che tutti conoscono come Costiera, e presto arriveranno anche lungo la ex statale 58, ai più nota come la Trieste-Opicina. Ma piano piano perchè i fondi sono quelli che sono e in società qualcuno fa sapere, senza fare cifre, che costano “una valanga”. Queste comunque sono le due uniche statali della provincia, le altre sono tutte strade provinciali o comunali. Ecco spiegato perchè a Rabiuese (Muggia) o Fernetti (Monrupino) questi cartelli non appariranno mai.
Ma non è finita qui. La bretella che collega il Villaggio del Pescatore con la statale 14 è una provinciale, e quindi lì i cartelli li mette la Provincia. Che, sempre in ossequio alla sopracitata legge, ha pensato di far sapere ai profughi istriani e loro discendenti che per tornare a casa devono svoltare secondo la freccia che indica “Ribiško naselje”. Pare che non l’abbiano presa bene. E infatti di notte qualcuno con l’acido ha cancellato tutto.
A tutti questi obblighi la Società Autostrade invece evidentemente non deve invece sottostare perchè la scritta “avtocesta” sui cartelloni verdi non si vede.
Se poi si fa caso ai cartelli con indicazioni per siti turistici, quelli con fondo marrone, si entra nel Mistero: perchè “Castello di Duino” o “Carsiana” e basta, e invece a pochi metri si legge “Grotta gigante-Briška jama” e “Monte Grisa-Vejna”?
Insomma, un frullato che serve (forse), ma che ha infastidito italiani, profughi e anche sloveni (di sicuro). Chi ha capito tutto è solo quell’oste carsolino che sull’incrocio di San Giovanni di Duino ha messo un palo con la bella frasca e una freccia rossa col suo nome. Simbolo internazionale. Impossibile sbagliare.
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