È il romano Gaffi l’editore interessato alla "tesoro" della libreria Fenice
Collocare sul mercato i volumi a catalogo della Italo Svevo, continuare con una nuova società l’attività della casa editrice e rilevare i libri rimasti della libreria Fenice. È questo il progetto di Alberto Gaffi, l’editore romano che ha avanzato l’offerta per rilevare all’asta del prossimo 5 dicembre i beni provenienti dal fallimento della Fenice. Al fianco di Gaffi, in questa impresa che mira a far ripartire da Trieste una casa editrice che non si limiti alla distribuzione a livello regionale, ci sono un industriale locale e un docente del liceo Galilei che per ora preferiscono restare nell’ombra.
Gaffi è già venuto tre volte a Trieste, ha preso in affitto un appartamento e spera che la curatela fallimentare affidata al commercialista Giancarlo Cevatin «capisca l’importanza del mio progetto a livello editoriale e si renda conto che a tutti gli effetti chi rileva la Fenice acquista un contenitore vuoto che successivamente, con esperienza e investimenti andrà riempito di contenuti e progetti». L’offerta dell’editore romano per i rilevare i libri rimasti della Fenice è di seimila euro. «Mi impegno a investire almeno dieci volte questa cifra nell’arco di un anno», assicura.
L’editore è andato a visionare i volumi della Fenice accatastati nel magazzino di via Caboto. «Quegli spazi sono ridotti a un cimitero di libri – sostiene Gaffi – e infiltrazioni d’acqua dovuti alle abbondanti piogge ne hanno danneggiati parecchi. Ho visto dei cani gironzolare intorno e farci sopra la pipì. Vanno recuperati, salvati, ne va redatto un catalogo ragionato e vanno rimessi sul mercato non solo locale». Per gli altri Gaffi prevede di «offrire, per i sei mesi successivi all’aggiudicazione dei beni, a enti pubblici e privati – si legge nell’offerta pervenuta alla curatela - la facoltà di acquistare i volumi del catalogo per uso non commerciale. L’offerta prevede lotti di 100 volumi assortiti al prezzo di 250 euro per ciascun lotto».
Gaffi è amministratore dell’omonima casa editrice e conduce su Radio Città Futura una trasmissione radiofonica diffusa anche da Radio Attività, in cui a essere protagonisti sono tutti gli attori della filiera editoriale: dagli scrittori ai librai.
Ma da dove è scaturito il progetto di investire su Trieste? «Da piccolo, con mio padre, venivo almeno una volta al mese a Trieste – racconta Gaffi – e da adulto ho continuato a frequentarla viste le amicizie che ho conservato». Il padre di Gaffi, Aldo, lavorava nel settore delle assicurazioni e ha ricoperto un ruolo nel consiglio di amministrazione della finanziaria regionale Fiulia Lis. «Amo Trieste, due fratelli di mio nonno sono morti sul Piave e sono sepolti a Redipuglia – afferma Gaffi – vorrei tanto che questo progetto si avverasse per poter contribuire a ridare dignità all’editoria locale proponedola anche al resto del paese».
L’offerta avanzata da Gaffi al curatore Crevatin prevede la continuazione dell’attività della casa editrice Italo Svevo attraverso la nascita di una nuova società che, se possibile, manterrà il marchio, e diffonderà e promuoverà il nuovo e il vecchio catalogo attraverso una società distributrice. Nella nuova società Gaffi diverrebe il direttore commerciale, l’industriale triestino assumerebbe l’incarico di referente della grafica e la stampa e il docente del Galilei si occuperebbe della direzione editoriale.
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