Donna trovata morta a Trieste, il marito coi manifestanti che ricordano Liliana: «Spero ancora che non sia lei»

Visintin ha voluto partecipare alla manifestazione in piazzale Gioberti: «Ho chiesto di poter vedere il corpo». Poi l’attacco a Sterpin: «Fatti un esame di coscienza»

Laura Tonero
Visintin al corteo (Foto Bruni)
Visintin al corteo (Foto Bruni)

TRIESTE. «Dal 14 dicembre non vivo più, spero ancora che quel corpo non sia il suo, che la mia Lilly sia viva da qualche parte». Salvatore Visintin, il marito di Liliana Resinovich, questo venerdì sera ha preso parte alla fiaccolata che gli amici della sessantatreenne hanno organizzato in suo ricordo.

«Ho inteso esserci – ha dichiarato – perché lei è la mia vita. Mi fa piacere la comunità la stia abbracciando con questa iniziativa». Visintin è provato, ha perso diversi chili. Il volto scavato, gli occhi lucidi, non si è sottratto alle tante telecamere presenti, intervenendo anche in diretta su Rai 1.

Non ha risparmiato parole dure nei confronti di Claudio Sterpin, l’amico di 82 anni, che ha rivelato come Liliana volesse lasciare il marito e poi passare un fine settimana con lui. «Quell’uomo è entrato nella nostra casa, ha spezzato due vite, la nostra famiglia». Visintin si è rivolto a Sterpin e, parlando di quella relazione come di un rapporto “occulto”, lo ha invitato a farsi «un esame di coscienza: pensa bene a quello che hai detto, che hai fatto. La mia Liliana si è fidata di te, ti è venuta a trovare come faceva con altri amici e guarda cosa è successo».

Di fronte a quel corpo ritrovato nel parco dell’ex Opp e che Visintin ha potuto osservare solo a distanza, nascosto dalla coperta termica utilizzata dagli agenti che facevano i rilievi per sottrarlo ai flash delle macchine fotografiche e delle telecamere, spiega di «aver chiesto di poterlo vedere, ma non è stato possibile». Durante un’intervista rilasciata nel pomeriggio alle reti nazionali, l’uomo ha mostrato dove la moglie conservava i sacchetti utilizzati nei reparti ortofrutta dei supermercati e che a casa usava per la raccolta dell’umido. Sacchetti simili a quelli infilati sul capo del cadavere rinvenuto lo scorso mercoledì. «Liliana non si è suicidata – ha sostenuto il marito – ma se così fosse, vuol dire che non ho capito il suo malessere».

L’uomo non avanza alcuna ipotesi su cosa possa essere successo: «Non so darmi una spiegazione – ha detto davanti alla chiesa di San Giovanni – è tutto fuori da ogni logica ed è inutile fare supposizioni. Ho fiducia nella magistratura, stanno lavorando sul materiale conservato nei telefoni di Lilly: lì c’è la verità e gli inquirenti chiuderanno il cerchio a breve».

A dire una parola di conforto a Visintin è intervenuto anche il parroco di San Giovanni, don Sergio Frausin. «Preghiamo per Liliana, spero tu possa sentire la nostra vicinanza», gli ha detto il sacerdote. «Nel pomeriggio volevo venire a pregare, sono sempre stato vicino alla Chiesa, ma poi è arrivata un troupe televisiva che mi ha bloccato a casa», ha specificato l’uomo, che verso le 18.45 ha lasciato la fiaccolata perché alle 19 aveva un appuntamento di lavoro con la compagna teatrale “Attori per caso”.

«Sabato vado via da Trieste, vado sulla tomba di mia figlia e le porterò uno dei sassolini che raccoglieva Lilly», ha precisato Visintin, che nel 2010 ha perso una figlia avuta da un rapporto precedente.

La tragedia di Liliana sta toccando la città. Il sindaco Roberto Dipiazza segue l’evolversi dalla situazione, ma preferisce non entrare nel merito: «Attendiamo che gli inquirenti, che stanno portando avanti un grande lavoro, facciano chiarezza su questa drammatica e triste vicenda», si limita a sottolineare.

Alla fiaccolata hanno preso parte una ventina tra amici, residenti del rione ed ex colleghi di Liliana. «L’ho conosciuta nel 1985 – ricorda l’ex collega della Regione, Ornella Valenti – e sono pietrificata da quanto stia succedendo». «Non ci dormo la notte», dichiara Tiziana Lenarduzzi, un’altra ex compagna di lavoro della donna.

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Donna trovata morta a Trieste, anche il marito Sebastiano con i manifestanti che ricordano Liliana

IL PUNTO SULLE INDAGINI

Nei prossimi giorni verranno eseguite prima una tac integrale e poi l'autopsia completa sul cadavere di donna rinvenuto mercoledì pomeriggio in una area boschiva del parco dell'ex ospedale psichiatrico di Trieste. Lo comunica in una nota la Procura, che coordina le indagini della Squadra mobile sul ritrovamento del corpo, che con molta probabilità corrisponde a quello di Liliana Resinovich, la 63enne scomparsa il 14 dicembre, e sulla scomparsa stessa.

Gli specialisti ai quali sono stati oggi conferiti i relativi incarichi per gli esami sono Fabio Cavalli e Fulvio Costantinides. Degli accertamenti verrà data comunicazione in seguito. «Quei risultati saranno determinanti per orientare la successiva attività di questo ufficio - prosegue la nota - necessaria per fare completa luce sull'accaduto e per verificare tutti i profili penalmente rilevanti nella vicenda».

Nel frattempo proseguono le investigazioni della Squadra Mobile, coordinate dal pm Maddalena Chergia, titolare del fascicolo, per reperire sul luogo del ritrovamento del corpo senza vita tutto quanto sia rilevante per ricostruire i fatti.

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