Don Fortunato vince la guerra anti wurstel: dimezzata la “sagra”

Sulla carta don Fortunato Giursi ha vinto, almeno in parte, la sua battaglia contro salsicce, crauti e patate fritte. Dopo l’attacco ad alzo zero sferrato nei confronti della «sagra indecorosa» autorizzata proprio davanti alla facciata di Sant’Antonio, il Comune è infatti corso ai ripari ridimensionando le strutture piazzate prima a ridosso della scalinata d’ingresso. Via subito, quindi, metà dei tavoli e delle panche a disposizione dei clienti del chiosco di cucina austriaca. Mentre a breve verranno spostati, e allontanati dall’edificio sacro, altri due stand.
Un’operazione voluta dall’assessore al Commercio Lorenzo Giorgi che, già martedì, aveva ammesso l’errore e giudicato inopportuna la presenza di stand e baracchini così vicini alla chiesa. «Sono intervenuto nel mercatino di piazza Sant'Antonio già questa mattina (ieri, ndr). Ieri abbiamo eliminato i tavoli verdi e le tende rosse sistemate in mezzo alla piazza che in effetti erano osceni - afferma l’esponente della giunta comunale -, lo dico senza problemi. Stiamo cercando di liberare il più possibile la parte antistante la chiesa che doveva già essere libera ma che, per un errore non voluto, è stata in parte occupata. È stata tolta la metà delle panche e dei tavoli, ora sposteremo due strutture più ai lati».
Oltre all’allontanamento degli odiati articoli da sagra, ieri sono scattate anche le scuse degli organizzatori del mercatino. «Alle 8 di mattina - continua don Giursi - i rappresentanti dell’associazione culturale Altamarea, è andato dal parroco per scusarsi di quanto accaduto e offrire disponibilità a rivedere gli attuali orari di concerti e iniziative. È stata inoltre ripulita tutta la parte dietro al gazebo».
Una mobilitazione che, però, non ha per nulla placato le ire di don Fortunato. «Ormai è tutto inutile -commenta il sacerdote -. Spostare mezzo metro più in là panche e tavoli, non risolve il problema. Alla fine questa manifestazione resta comunque una sagra. Il punto è che andrebbe fatto tutto in modo più decente, rispettando la piazza e il monumento. A Natale, per esempio il mercatino era molto bello, con casette collocate a una giusta distanza dalla chiesa e una musica leggera».
Quanto accaduto comunque, fa capire Giorgi, servirà di lezione. «Chi propone e lavora a volte sbaglia, quindi bisogna migliorare ancora. Abbiamo sbagliato a trasferire questo mercatino da Ponterosso, dove si è svolto negli anni scorsi, a piazza Sant'Antonio ma, a causa dei lavori di riqualificazione delle sponde del canale e di altre attività già calendarizzate, come il Canoa polo, è stato inevitabile».

La kermesse in piazza Sant’Antonio, peraltro, ha fatto andare su tutte le furie non solo don Fortunato, ma anche alcuni commercianti del centro, stanchi di dover fare i conti ancora una volta bancarelle e stand. D’ora in poi però, si augura il presidente di Confcommercio Antonio Paoletti, le cose prenderanno una piega diversa. Ieri infatti c’è stato un incontro con Giorgi, per ridefinire il calendario dei prossimi mercatini «in modo che ce ne siano di meno e di qualità».
Fino a giugno comunque, ha annunciato Giorgi, la piazza ospiterà ancora qualche piccolo evento, dopodichè a luglio e agosto le aree centrali saranno sgombre. «Se poi - aggiunge l’assessore - i commercianti mi dicono che incassano di più senza le bancarelle, possiamo anche scegliere di non fare nulla. Io, per la verità, continuo ad avere la fila di signori commercianti, sulla piazza da quarant'anni e più, che mi ringraziano per queste attività e che anzi si arrabbiano perché non metto anche davanti ai loro negozi le installazioni perché portano persone».
Con Paoletti (già fortemente critico sulla precedente kermesse che aveva invaso via Mazzini) comunque l'assessore al Commercio ribadisce la «piena collaborazione», anche se «abbiamo qualche punto di vista discordante, ma su cui si cerca di migliorare. Sui mercatini, la sua posizione è molto chiara». Il prossimo venerdì assessore e Confcommercio si ritroveranno per concordare il calendario dei prossimi mercatini. «Stop alle polemiche dunque - conclude Paoletti - e avanti con il dialogo».
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