Demjanjuk condannato: «Contribuì allo sterminio»
Il Tribunale di Monaco gli infligge però solo 5 anni per i massacri di Sobibor da dove sarebbe arrivato alla Risiera con il soprannome di Ivan il Terribile: possibile la riapertura del caso. Anche Trieste potrebbe processarlo

TRIESTE John Demjanjuk, sospettato di essere il boia ucraino soprannominato Ivan il Terribile al servizio dei nazisti anche all'interno della Risiera di San Sabba a Trieste, ieri è stato condannato a Monaco di Baviera per essere stato parte della «macchina dello sterminio» che a Sobibor in Polonia tra marzo e settembre del '43 uccise 27.900 persone. Solo cinque anni la condanna poiché nessuno dei superstiti di Sobibor l'ha riconosciuto e il tribunale non ha potuto imputargli un delitto specifico.
Ma nella motivazione si sottolinea che i guardiani del lager come Demanjuk, i cosiddetti "trawniki" partecipavano a tutte le fasi all'interno dei campi, «giocando un ruolo decisivo nello sterminio». È probabilmente lo stesso ruolo che Demjanjuk esercitò in Risiera dove del resto è stato anche riconosciuto da un calzolaio che aveva lavorato a San Sabba. Ma questa testimonianza era stata contraddetta da altre, in particolare da quella della fiumana Maria Dudek che aveva detto di aver conosciuto in Risiera Ivan il boia, il cui cognome però era Marchenko. É l'ambiguità sfruttata dai parenti di Demjanjuk per discolpare il congiunto. Il genero Ed Nishnic disse di aver scovato documenti del Kgb sovietico in base ai quali Ivan il Terribile era Marchenko che a Trieste sarebbe alla fine riuscito a saltare dall'altra parte passando con i partigiani di Tito.
Le sue tracce si perdono poco dopo in un bordello di Fiume. Eppure Demjanjuk non solo arrivò a Trieste, ma qui probabilmente rimase fino al 1952 quando decise di dileguarsi andando a fare l'operaio a Cleveland. Con le Ss dell'Einsatzkommando Reinhard si era trasferito da Treblinka a Trieste uno squadrone di "macellai" ucraini. Di essi Josip Susanski, Jan Griska e Misha Komalski vissero poi per anni tranquilli e indisturbati in città. Alexander Mihalic è morto solo qualche anno fa in un appartamento del rione di Rozzol sebbene Simon Wiesenthal in persona lo avesse indicato come uno dei boia della Risiera.
Forse le responsabilità di tutti loro non erano inferiori a quelle di Demjanjuk che già nel 1988 era stato condannato a morte in Israele, ma poi assolto in appello. Nel 2009 però gli Usa hanno concesso l'estradizione per il processo in Germania. Ieri l'ucraino è stato condannato, ma causa l'età avanzata, 91 anni, è stato subito liberato. ©RIPRODUZIONE RISERVATA
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