Dehors liberati dai cavilli: a Trieste i locali possono respirare

Regolamento semplificato e proroga fino al 30 settembre per gli adeguamenti Marchigiani: «Merito del dialogo adesso costruttivo con la Soprintendenza»
Lo spazio esterno di un locale con fioriere (Silvano)
Lo spazio esterno di un locale con fioriere (Silvano)

TRIESTE Dehors più gentili, liberi, aperti e facili. Oltre che flessibili. L’amministrazione comunale, oltre la proroga di nove mesi (c’è tempo fino a settembre per adeguarsi), regala un regolamento più “umano”. Frutto anche di un dialogo costruttivo con la soprintendenza dopo gli anni bui della Picchione. La giunta ha proposto la “modifica del regolamento per l’occupazione di suolo pubblico mediante dehors ai fini di renderlo più aderente alle semplificazioni introdotte dall’accordo Mibact-Regione autonoma Friuli Venezia Giulia e dal relativo allegato tecnico”.

«È il risultato - spiega senza troppi giri di parole l'assessore alla Pianificazione urbana Elena Marchigiani - di una buona amministrazione, che ha fatto il regolamento consultando e dialogando sempre, in tutti questi anni, con le categorie, cercando di affiancarle e sostenerle anche nei momenti di particolare difficoltà. Adesso che abbiamo raggiunto un costruttivo e costante dialogo con la Soprintendenza, siamo riusciti ad inserire nuove e importanti semplificazioni, a tutto beneficio del decoro urbano e delle attività economiche, per una città sempre più vivibile, bella e accogliente, per cittadini e turisti». Come dire: ora che è cambiata la Soprintendenza, tutto è possibile. E gli interventi sui dehors esistenti si riducono al minimo.

Il Comune di Trieste regala una proroga ai dehors
Alcuni dehors presenti in centro città in una foto d'archivio

Le principali novità riguardano gli elementi di delimitazione dei dehors che non necessitano di autorizzazione (la cosiddetta “monumentale”). La liberalizzazione è oggettiva: non sono soggetti ad autorizzazione della Soprintendenza i pannelli opachi di altezza non superiore a un metro e i pannelli trasparenti di altezza non superiore a un metro e 40 centimetri. Sono inoltre ammessi i pannelli misti (opachi e trasparenti), per i quali valgono gli stessi limiti di altezza complessiva (metri 1,40) e per la parte opaca (metri 1). Per altre soluzioni dimensionali sarà invece necessario procedere con la richiesta di deroghe e la procedura di autorizzazione alla Soprintendenza.

Minori restrizioni anche per quanto riguarda i materiali e i colori relativi alle basi degli ombrelloni e alle fioriere all’interno del centro storico. «È stato eliminato - spiega Marchigiani - l’obbligo di utilizzare per le basi degli ombrelloni lo stesso colore della struttura. Inoltre sono stati eliminati alcuni specifici divieti nell’uso dei materiali per gli elementi dei dehors. Siamo riusciti ad alleggerire questi elementi puntando più sull’impatto visivo. Gli adeguamenti si sono ridotti al minimo». Le fioriere in cemento e “graniglia” sono salve: basterà al più ridipingerle e non rivestirle come prevedeva il precedente regolamento. «Una scelta di buonsenso - aggiunge l’assessore -. Non mi interessa che una fioriera sia fatta in cemento. L’importante è l’aspetto: ovvero che abbia un colore scuro e che sia coordinata con il resto del dehors». E magari abbia i fiori. Nel precedente regolamento era disciplinata persino l’altezza delle siepi. «Non credo che faccia differenza un metro o un metro e 20 - aggiunge l’assessore -. Basta che non faccia barriera completa e renda leggibile lo spazio esterno».

C’è, infine, la fissazione di un nuovo termine per l’adeguamento alle disposizioni del regolamento: si stabilisce che “le strutture autorizzate prima dell’approvazione delle presenti norme, con caratteristiche non conformi, potranno essere mantenute in essere fino alla scadenza dell’autorizzazione o concessione, e comunque entro e non oltre il 30 settembre 2016”. «Ora la bozza di Regolamento - continua l’assessore alla Pianificazione urbana - verrà sottoposta all’esame dei Consigli circoscrizionali, che potranno formulare osservazioni, sulle quali dovrà comunque essere sentita la Soprintendenza, così come previsto tutt’ora dall’accordo per le parti che riguardano la tutela dei beni culturali, e poi verrà valutato e approvato dal Consiglio comunale nel mese di febbraio».

E le nuove richieste? La scadenza per la presentazione delle domande di rinnovo delle concessioni in essere era il 31 dicembre (fatta salva la possibilità di presentare domanda fino allo scorso 15 gennaio scontando la sola penale di applicazione della tariffa piena giornaliera). «Le domande già presentate così come quelle successive di nuova concessione - spiega Marchigiani - verranno progressivamente valutate anche tenendo in considerazione le modifiche apportate una volta entrate in vigore».

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