Dalle mostre al Muay thai, un ring nell’ex Pescheria
In principio era una sede per le mostre e le esposizioni, ora anche per un ring dedicato alle discipline marziali. Il Salone degli Incanti prova a rifarsi il trucco, anzi, a intraprendere un nuovo corso, una scelta, pare, figlia dei tempi e della necessità di conferire moderne strategie turistiche e culturali a uno dei siti più in vista della città. Un primo tassello arriva dal mondo sportivo, più prettamente da quello marziale delle discipline da combattimento a contatto pieno, settore solitamente di casa nei due palasport cittadini ma che il prossimo 3 dicembre approderà proprio all’interno della ex Pescheria sulle Rive per dare vita a una riunione allestita dalla “Gotti Promotion”, serata basata su un campionato mondiale di Muay thai e su un contorno disegnato da una abbondante vetrina di incontri (una decina almeno) a carattere internazionale di altri stili.
In termini pratici, il Salone degli Incanti accoglierebbe un’inedita scenografia tradotta con un ring al centro, almeno 700 posti a sedere, uno schermo gigante, diverse ballerine e una postazione musicale con dj. Una vera svolta insomma per Trieste e una tappa, in termini di logistica, quasi inedita anche per il resto dell’Italia. Solo il pugilato aveva osato tanto e in altre epoche, trovando spesso alloggio magari in qualche teatro, all’interno di casinò o traslocando all’aperto negli stadi. Altri tempi, appunto.
Lo sbarco di atleti al Salone degli Incanti, di quelli dediti a pugni, calci e ginocchiate, inaugura in realtà una nuova stagione ideata dall’amministrazione comunale, una sorta di variegato format in chiave di rilancio che comprenderebbe anche San Giusto e dintorni. Una missione promulgata dallo stesso assessore comunale alla Cultura, Giorgio Rossi, assertore di un processo di rilettura globale di progetti e fonti utili al decollo dei due siti cittadini: «Un ring al Salone degli Incanti? Perché no - ha sottolineato lo stesso Rossi -? Voglio intanto dare vita a una stagione sperimentale, dove poter accogliere e valutare diverse proposte di valorizzazione, di vario ambito e stile. Lo sport internazionale è uno di questi. Intendo animare una vera apertura culturale democratica, dare spazio a tutti - ha aggiunto - e abbattere le concezioni culturali definite di destra o di sinistra, cercando così di andare incontro alle molteplici espressioni cittadine».
Ad esortare la placida rivoluzione, pare siano stati soprattutto i riscontri numerici legati alle recenti iniziative ospitate nella ex Pescheria, una su tutti la mostra “Due fronti, una città. Storie triestine”, disegnata sui temi storici della Prima Guerra mondiale, costata all’amministrazione 370mila euro, rimasta aperta al pubblico per 6 mesi con circa 11.400 visitatori: «Poco per un periodo così vasto e per simili investimenti - ha rimarcato Rossi -. Diciamo che questo salone in fin dei conti sino ad ora non ha incantato poi molto...». Al di là della sperimentazione con il ring del 3 dicembre, dal 2017 quindi si cambia rotta. Le iniziative da ospitare, senza tener conto di alcune tappe canoniche come la Barcolana, non supereranno i tre mesi di esposizione. In agenda già alcune mostre dotate di investimenti di rilievo e a quanto pare anche la sesta edizione di “Mare Nordest”.
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