Dalla Toscana al Burlo di Trieste: i roghi non fermano il viaggio del midollo per salvare una bimba

Il trasporto garantito in tempi record nonostante gli incendi dai volontari di Logistica dei trapianti della Protezione civile

Laura Tonero
Massimo Silvano
Massimo Silvano

TRIESTE Una bambina ricoverata al Burlo ha bisogno di un trapianto di midollo. Il donatore compatibile c’è, è stato trovato, ma si trova in Toscana. E fra la Toscana e Trieste si è messa di traverso la violenta sequenza di incendi che sta devastando il Carso e crea un’infinita serie di disagi e impedimenti in termini di viabilità e logistica. Eppure i volontari del Nucleo operativo di Protezione civile (Nopc) – Logistica dei trapianti riescono a superare anche quell’ostacolo, arrivando a destinazione anche con un certo anticipo rispetto alle stime previste. La bimba può essere salvata. È successo l’altro giorno, in piena emergenza incendi. «Il trasporto di cellule staminali ematopoietiche midollari e periferiche ed emocomponenti richiede molta attenzione per la delicatezza e l’importanza del materiale», indica il Registro italiano donatori di midollo osseo: «Deve essere predisposto in modo tale che le cellule raccolte e i relativi campioni biologici annessi arrivino al centro trapianti deputato nel minor tempo possibile dal prelievo».

Per i “corrieri”, quindi, stavolta è stata una corsa contro il tempo ancor più complicata. Trieste era isolata, la viabilità ordinaria risultava interrotta. Ma alla fine «ce l’hanno fatta – sottolinea l’Nopc – grazie alla loro capacità e alla loro determinazione, ma soprattutto sapendo fare squadra, chiedendo assistenza, cambiando voli, attivando auto a supporto e chiedendo autorizzazioni al volo». La Protezione civile del Fvg ha garantito il massimo supporto e ogni informazione utile a ridurre i tempi di trasporto. «La sacca di midollo osseo è arrivata all’aeroporto di Ronchi e quindi è stata trasferita dai volontari della Protezione civile al Burlo Garofolo», conferma l’istituto materno-infantile di via dell’Istria. In realtà il Burlo spiega che la piccola paziente che deve essere trapiantata «aveva un’infezione, quindi la sacca è stata congelata». Ma è lì, pronta. Si procederà al trapianto appena gli specialisti lo riterranno possibile. Va ricordato che il Centro trapianti di midollo osseo del Burlo è l’unico centro regionale di riferimento clinico per trapianti di cellule staminali emopoietiche allogeniche e terapia cellulare in ambito esclusivamente pediatrico. Si occupa, da oltre 30 anni, di bambini affetti da malattie emato-oncologiche e genetiche, con alto tasso di remissione rispetto ad altre opportunità terapeutiche. Il Centro esegue trapianti da tutte le fonti cellulari disponibili. In media ogni anno i trapianti di midollo osseo di tipo allogenico nei pazienti pediatrici al Burlo sono 12, uno al mese. Tornando al caso specifico e al trasporto di questi giorni a Trieste, il presidente del Nopc Massimo Pieraccini si dichiara «felice e orgoglioso di questa sfida superata e soprattutto dell’opportunità donata». E, rivolgendosi direttamente alla bambina, spiega che «grazie a questo generoso lavoro di squadra e soprattutto grazie al donatore Admo hai avuto la tua seconda vita. Noi ce l’abbiamo messa tutta, ora tocca a te. Buona seconda vita»

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