Dal supermercato agli uffici pubblici: a Trieste il ritorno delle maxi attese tutti in fila
Pesano ingressi contingentati, scadenze fiscali e corsa agli acquisti di Natale. Il risultato? Code simili a quelle di marzo
La fila davanti al supermercato Aldi (Silvano)
TRIESTE Le lunghe, interminabili code - uno dei simboli più evidenti del lockdown della scorsa primavera -, sono tornate. Almeno a Trieste dove, ieri mattina, praticamente in ogni isolato del centro, capitava di imbattersi in gruppetti più o meno disciplinati di persone in fila. Colpa di un mix “esplosivo” di fattori: le regole anti contagio che impongono dei tetti al numero di ingressi in negozi e uffici, le scadenze fiscali che cadono proprio in questi giorni e la partenza, per quanto timida, della corsa agli acquisti di Natale. Il risultato, appunto, sono lunghe attese fuori da vetrine e porte a vetri.
La fila davanti all'Ufficio Postale (Silvano)
Quelle delle banche, per esempio. Lo sanno bene i clienti della filiale Unicredit di via Carducci, costretti a fare la coda attorno alle 11. «Devo effettuare un bonifico - spiega un signore con l’aria un po’ rassegnata - e chiedere altre informazioni. E da solo, online, non so farlo. Ho preso un appuntamento due settimane fa, perché così funziona ora per evitare che ci siano troppe persone dentro e fuori dalla banca. Poi capita che qualcuno comunque provi a presentarsi anche senza prenotazione. E questo inevitabilmente ingrossa la fila».
Scene simili pure in altre zone, anche periferiche, così come fuori dalle poste, dagli uffici più piccoli alla sede centrale di piazza Vittorio Veneto. Qui ieri in tarda mattinata erano una ventina le persone ferme sul marciapiede, in attesa del proprio turno. «È la seconda volta che tento di entrare - racconta una signora anziana -. Ero qui anche qualche giorno fa, poi per la stanchezza ho mollato il colpo e me ne sono andata. Almeno non c’è vento e non piove, altrimenti sarebbe difficile se non impossibile restare in fila. Però è una fatica per chi non è più giovane».
Accanto a lei qualcuno con bollette o altri pagamenti da saldare. Ma anche chi deve inviare pacchi all’estero, come due ragazzi stranieri che, non potendo raggiungere i parenti in altri Paesi, spediranno loro qualche regalo.
Tante le persone in fila anche all’esterno degli uffici della società di riscossione Esatto. Chi per pagare la Tari, chi per controllare documenti o per altre verifiche.
Sul fronte degli esercizi commerciali, all’ingresso, viene indicato il numero massimo di persone ammesse all’interno. E considerando le lunghe file alle casse, pare che la tanto temuta crisi dei consumi a Natale, almeno per il momento, non tocchi Trieste. Una ripresa che si nota soprattutto negli ultimi giorni, quando il via vai tra i negozi è diventato più vivace, come appariva evidenti ieri da Az, il grande bazar di via San Francesco. Tante le persone impegnate ad acquistare regali, ma anche decorazioni, pacchetti e carte per confezionare i doni. File di decine di clienti, anche se nel rispetto delle norme in vigore e della capienza stabilita. Anche nei grandi magazzini di abbigliamento nel centro cittadino è partita la corsa allo shopping, tra vestiti, accessori e gadget.
E poi ci sono le lunghe attese fuori dai supermercati, come quelle immortalate sui social da molti triestini nei giorni scorsi. Ieri nel punto vendita della catena Aldi, in via Coroneo, la fila, nel momento di massima affluenza, ha raggiunto una cinquantina di persone, pazientemente in attesa di fare la spesa, con l’accesso controllato da un addetto, attento a non superare i limiti previsti. «Procede abbastanza veloce - spiegano i triestini fermi ad aspettare -. Certo è che se adesso c’è questa coda, chissà cosa succederà proprio sotto le feste». —
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