Dal sit-in alla petizione, San Giacomo a Trieste fa scudo alla biblioteca di casa

Si rilancia in piazza Puecher la protesta per gli orari tagliati alla Quarantotti Gambini: al via una raccolta firme nel rione
Un momento del sit-in in piazza Puecher
Un momento del sit-in in piazza Puecher

TRIESTE Continua da San Giacomo la protesta per la Quarantotti Gambini: con un sit-in andato in scena ieri in piazza Puecher, il comitato che difende la biblioteca preme sul Comune lanciando anche una petizione nel rione.

«Dal lockdown in poi la nostra mobilitazione di febbraio è caduta nel dimenticatoio – hanno ribadito ieri mattina i promotori della protesta in difesa degli orari originari tagliati per carenza di personale – ma ora che la biblioteca riapre, comprensibilmente con spazi ridotti, è inverosimile che lo faccia anche con orari dimezzati».

Solamente da poco si è appreso infatti della decisione di consentire l’accesso fisico alle sale della struttura (a un massimo di 18 persone alla volta) tuttavia, hanno ricordato i manifestanti, «non è stato considerato da chi di dovere che l’ingresso per i 12enni dovrebbe avvenire in presenza di un genitore», il che riduce inevitabilmente e ulteriormente il numero di entrate a disposizione degli eventuali interessati.

Mancano insomma le risposte, lamentano i “difensori” della Biblioteca Quarantotti Gambini, e restano tanti i dubbi sull’esistenza di un piano organizzativo studiato ad hoc per riattivare a pieno regime la biblioteca: da ciò la rabbia di lettori, studenti, frequentatori e cittadini del popoloso rione. Tutti uniti, dunque, nella speranza di ricevere chiarimenti e soluzioni da parte dell’amministrazione comunale.

In piazza Puecher si è voluto rincarare la dose chiedendo nuovamente «un avvio immediato di concorsi per l’assunzione di personale interno e qualificato», «una formazione più adeguata per arricchire l’organico attuale» e «una riapertura con garanzie sanitarie e orari più estesi».

Nel rione sono stati distribuiti inoltre dei fogli di raccolta firme tra esercizi commerciali, bar e luoghi di aggregazione, perché «la biblioteca è luogo del sapere e istituzione culturale a tutto tondo, non solo deposito di libri. Le soluzioni ci sono, ma manca l’interesse». Nessuna novità invece sul fronte istituzionale, già attivato in passato con una mozione congiunta targata Pd della consigliera circoscrizionale Maria Luisa Paglia e di quello comunale Giovanni Balbo.—


 

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