Da Trieste agli Stati Uniti danzando sulle punte VIDEO

TIESTE America, America. Diciannove anni in punta di piedi: Thomas Giugovaz, classe 1996, triestino, ha in tasca un contratto per la stagione 2015/2016 con la prestigiosa compagnia del “The Washington Ballet”, una delle più importanti a livello internazionale, oggi sotto la direzione artistica di Septime Webre. Sarà tra i più giovani ballerini e tra i pochissimi italiani. Ha superato l’audizione che si è svolta a New York lo scorso marzo, mentre a maggio si è diplomato con ottimi voti all’ Accademia del Teatro della Scala di Milano.
La sua è una storia di passione, dedizione e sacrifici. Thomas racconta: «Quest’anno è stato particolarmente duro perché accanto allo studio quotidiano della danza, agli spettacoli con l’Accademia della Scala, alla preparazione del diploma e della maturità, da gennaio ad aprile ho partecipato a numerose audizioni in giro per l’Europa e in America. Mio padre - prosegue - mi ha sempre aiutato a cercare le date delle audizioni e mi ha segnalato quella del The Washington Ballet. Dall’oggi al domani ho preso il biglietto e sono partito subito dopo le prove dello spettacolo che stavo preparando». Si presentano in più di 400, alla fine ne arrivano circa una trentina e il direttore chiede di parlare solo con tre persone: tra questi c’è Thomas. Arriva l’offerta del contratto con la compagnia e lui la coglie al volo: «Era proprio l’occasione che desideravo» commenta.
A 15 anni durante uno stage a Forlì aveva già ricevuto una borsa di studio di cinque settimane all’American Ballet di New York. Racconta: «È stata un’esperienza fantastica e mi avevano anche proposto di restare ma ho preferito continuare gli studi all’Accademia anche se ora sono pronto a volare oltreoceano». Ha già calcato diverse volte il palcoscenico della Scala, l’ultima lo scorso marzo al Gala con la coreografia “Who Cares?” di George Balanchine su musiche di Gershwin e ha preso parte anche a produzioni del cartellone scaligero nell’opera lirica “Le nozze di Figaro” nel 2011 e nel balletto “Raymonda” nel 2013.
Non sa dirti perché a soli cinque anni abbia voluto iscriversi a un corso di danza classica, ma si muoveva a suon di musica da quando aveva tre anni. Ha iniziato a studiare alla Scuola di danza di Trieste “Arteffetto” con i maestri Silvia Califano e Corrado Canulli. A dodici, durante uno stage a Komiza (Croazia) viene notato dal direttore del dipartimento danza dell’Accademia della Scala Frédéric Olivieri che lo vuole nella scuola scaligera. Giovanissimo si stacca dalla famiglia e approda a Milano per dedicarsi interamente alla danza. Per motivi di lavoro i genitori non possono seguirlo e per i primi due anni si trasferiscono con lui la nonna Egle e la bisnonna Maria.

A 14 già vive da solo al Convitto Longone. Ogni anno per poter accedere a quello successivo dell’Accademia c’è un esame senza appello da superare, pena l’esclusione. «Sono stati sette anni di duro lavoro, - dice Thomas - di totale dedizione all’arte che più amo, devo tutto ai miei docenti, in particolare al mio maestro Leonid Nikonov, ex étoile del Teatro Bolshoi di Mosca e insegnante di danza classica e a Emanuela Tagliavia insegnante di danza contemporanea».
Sognava gli Stati Uniti e ce l’ha fatta. Il desiderio ora è quello di costruire una carriera brillante, raggiungendo i massimi livelli. «L’ambiente statunitense è molto accogliente e dal punto di vista artistico è un mondo davvero interessante. In Europa - spiega - si ricercano di più i prototipi di ballerino con determinati canoni fisici, ad esempio molto alti mentre in America, oltre ovviamente alla bravura, vengono tenute in grande considerazione espressività e modo di comunicare con il pubblico».
Il nuovo Roberto Bolle potrebbe essere triestino ed è bellissimo vedere una madre e un padre appassionarsi con il tempo alla danza per condividere la passione del figlio che ora ha l’occasione della vita. Dichiara la madre Michela: «Per Thomas poter finalmente fare della sua passione una professione è un sogno che si avvera per lui e anche per noi».
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