Cral: l’Authority ci blocca la palestra. «Coi pugili sotto la Torre del Lloyd»

Domandare è lecito. Rispondere è cortesia. Il problema è che non rispondere - che in questo caso vuol dire non dar corso, da parte dell’Autorità portuale, alla realizzazione di una seconda porta antincendio nella palestra all’ex Arsenale, in via von Bruck, accanto alla Torre del Lloyd, in locazione al Cral - rischia di mettere fuorilegge chi ha domandato proprio la possibilità di quella realizzazione: il Cral stesso. Che ora per scongiurare il peggio - per evitare cioè che la palestra che usano i suoi affiliati non sia più a norma dal 31 ottobre, data di scadenza dei termini di adeguamento di legge di una struttura che è di proprietà dell’Autorità portuale - si affida a un avvocato per intimare a chi non ha risposto di rispondere in fretta. Sennò si va tutti quanti in Tribunale.
Si arricchisce di una nuova puntata, dunque, la saga delle “guerre portuali” tra l’Authority della presidente in scadenza Marina Monassi e il Circolo ricreativo guidato da Lorenzo Deferri, divenuto col tempo una vera spina nel fianco della stessa Monassi. Deferri, nel week-end della Barcolana, ha commissionato per l’appunto all’avvocato Paolo Stern l’invio di una lettera in cui l’Autorità portuale viene intimata fra l’altro ad «intervenire presso il locale palestra per adeguarlo alle normative di sicurezza antincendio di imminente entrata in vigore». «In difetto di adempimento - scrive l’avvocato Stern, in questa missiva, datata venerdì 10 ottobre - il Circolo, mio assistito, si riserva fin d’ora di adire ogni opportuna Autorità a tutela delle proprie ragioni». Siamo insomma sulla soglia del cosiddetto ex articolo 700, ovvero il reclamo di una procedura di urgenza, e conseguentemente di un’udienza, davanti al Tribunale.
E se il linguaggio del foro non dovesse bastare, ecco che Deferri non esita a usare, a voce, anche tutt’altro gergo: «Adesso dico basta, ho perso la pazienza. Sono pronto a rischiare, a far venire in palestra la gente anche dopo il 31 ottobre. Ma sono pronto anche a portare tutti i frequentatori di tale palestra, compresi i pugili, sotto la Torre del Lloyd, sotto l’ufficio di “nostra signora del Porto”». Il motivo di cotanta carica emotiva, sostiene il presidente del Cral, deriva dal fatto che «due volte avevamo scritto, ancora nel 2013, all’Autorità portuale, una prima il 28 maggio e una seconda il 9 settembre, chiedendo che l’ente, che è proprietario della palestra, presentasse la cosiddetta Segnalazione certificata d’inizio attività, come indicato nella corrispondenza dei vigili del fuoco. Ma non abbiamo mai avuto risposta. Eppure eravamo stati noi a prenderci la briga di commissionare a uno studio, col timbro del Collegio dei periti, un progetto per la seconda via di fuga imposta da un decreto del 2011, e pure a pagarlo, 1.800 euro. Eravamo anche disposti ad anticipare il costo dei lavori, 19.700 euro, da defalcare poi dai canoni di locazione. Niente. Abbiamo le mani legate. Sono loro che devono autorizzare l’opera e darne corso dal punto di vista burocratico. Ma se non lo fanno siamo noi che ne paghiamo le conseguenze, nel senso che ci ritroviamo una palestra che, secondo la legge, diventa inutilizzabile».
@PierRaub
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