Coroneo invaso dalle “cimici dei letti”
TRIESTE Il carcere del Coroneo invaso da cimici dei letti. Una specie di zecche legata ai piccioni o ai gabbiani che esistono dagli albori dell’umanità. L’allarme sull’emergenza sanitaria era stato lanciato nei giorni scorsi. «L’intera Casa circondariale è infestata in modo serio da insetti che si nutrono di sangue, infestano soprattutto i letti, escono di notte, lasciano segni di morsi enormi, i detenuti sono tutti pieni di bozzi in ogni parte del corpo. La situazione peggiora di giorno in giorno sia per i detenuti che per il personale» segnalava una lettrice al Piccolo. Una situazione allucinante. «Ma provate a immaginare tale convivenza? Lo schifo che si può provare in una simile situazione - osservava la lettrice -? Vivere in pochi metri quadrati con altre persone e migliaia di insetti tipo zecche che si nutrono di sangue, annidati nei materassi, che portano malattie, senza poter far nulla per difendersi».
Il problema esiste. «Ci stiamo occupando delle cimici. Il problema, che ha riguardato una sezione del carcere, è in via di soluzione. È intervenuta l’azienda sanitaria su iniziativa del provveditore Enrico Sbriglia» assicura Pino Roveredo, garante dei detenuti del Friuli Venezia Giulia.
Sulle cause, invece, ci sono degli accertamenti in corso. «Non si sa se le cimici sono arrivate dai piccioni o dai gabbiani. Un regola precauzionale decisa adesso è stata quella di vietare di dar da mangiare a questi volatili. Si esclude che siano stati portati da qualche detenuto. Questi insetti si annidano dentro le brande, nelle fessure e creano dei nidi. Diversi detenuti, non tutti, erano segnati in modo forte dai morsi e erano costretti ad andare a dormire tutti coperti. Ho fatto l’ultima visita l’altro giorno. È passata una ditta a fare una prima disinfestazione. E ci sono già dei piccoli miglioramenti. Il carcere ha provveduto a sostituire le brande e a cambiare i materassi. Poi ci sarà da fare un bando entro fine mese per una ditta che farà la disinfestazione da cima a fondo della sezione del carcere» aggiunge Roveredo. A memoria sua non era mai capitata una cosa del genere al carcere di Trieste. «Non era mai successa una cosa del genere».
Le cimici del letto sono di colore bruno rossiccio, con il corpo lucido e appiattito, di forma ovale che misurano dai cinque millimetri di lunghezza. Il capo porta due antenne e un’armatura boccale adattata a pungere e a succhiare il sangue. Un’altra caratteristica di questi insetti, comune a quasi tutte le specie, è la presenza di una ghiandola che emana un odore caratteristico, acre, forte e ripugnante. Durante il giorno si rifugiano nei materassi, nelle giunture dei letti, nelle fessure di muri e pavimenti, nel mobilio e dietro i quadri. Di notte questi insetti si nutrono ad intervalli sull’uomo mentre dorme, tornando ai loro rifugi solo dopo aver completato il pasto di sangue.
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